Se hai una passione, o più di una, è meglio che non la segui perché potresti stare male con te stesso. Indovinate chi lo dice? Lui, Morelli, dalla sua Riza. Il ragionamento è molto semplice, per lui: le passioni puoi viverle, ma solo se riesci ad estraniarti da te stesso.
Insomma, ti piace andare a pesca? Dì ai tuoi che in quel momento ti chiamino con un altro nome o la tua personalità potrebbe risentirne profondamente al punto di smettere di mangiare pesce. A conti fatti, alla fine del ragionamento “psicologico” del prof. Morelli l’unica cosa che capisco è che per scaricarti la coscienza dal tempo impiegato per quello che ti piace fare, con il corpo devi stare da una parte e con lo spirito dall’altra. Mentre bevevo il caffè fumante di stamani ho chiamato Padre Amorth e ho chiesto di esorcizzarmi. Uscito dal mio corpo queste le cinque passioni che richiedono estraneità.
* Vivere a Marina di Grosseto cullato dalle onde del mare e dal fruscio dei pini
* Intervistare Moana Pozzi dopo la scena con Cicciolina e chiedere “impressioni a caldo?”
* Vedere il primo capello bianco e poter dire “quello è solo il mio corpo, non sono io”
* Nuotare tutti i giorni (mentre lo spirito fuma un Originale con un B&W d’annata)
* Raggiungere il record di Gabriele D’Annunzio (e non penso alle sue doti di volo)
Fatto l’esorcismo immagino che il demone della passione che è in te, secondo Morelli, finisca da qualche parte. Vedi, non ho fatto male a nessuno in vita mia, la colpa datela pure a quello stronzetto senza capelli bianchi in testa. Grazie a Raffaele Morelli questa mattina potrò inoltre bere un doppio caffè fumante senza che il mio sistema nervoso ne risenta più di tanto. Colonna sonora: Bewitched By Franco Sinatra