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Eno-nesageriamo

Non sapevo di essere, a modo mio, un wine writer. Ora ne sono al corrente. “Basta un poco di zucchero…” e anche in questo caso basta mettere un prefisso (eno per chi è per l’italiano, wine se vuoi far colpo sulla compagna di banco) e sei già uno dei restauratori del settore. Ce ne sono di tutti i colori e a quanto pare rappresentano anche lavori con cui campare.

Dopo il wine writer che scrive di enominchiate, c’è il wine hunter che è un omino col fucile e la cartucciera che va in giro per cantine a sparare a bottiglie costose solo per il gusto di dire che il vino si può anche non bere. C’è il wine driver, l’omino che guida il trattore col rimorchio pieno d’uva. C’è il wine lover, quello che si masturba davanti alle etichette più hard. La wine promoter è in genere la studentessa universitaria che il sabato per arrotondare si scoscia e ferma i clienti della coop per far loro assaggiare l’ultima annata di Tavernello. La trovi tra la corsia 9 (surgelati) e quella 10 (pannolini e assorbenti). C’è il wine blogger, quello che ha il blog in cui di continuo racconta le degustazioni come fossero momenti da evangelizzare. Mi chiedo come potrei definirmi io sulla base di questo blog: il chemminchiablogger? C’è addirittura il social wine writer, quello che non solo scrive di vino, ma lo fa al circolo Acli del paese per mettere tutti al corrente. C’è il wine seller, in pratica la mi’ mamma quando va a rifornirsi in cantina. Solo che questo poi fa sapere i cazzi suoi a tutto il mondo. Ci sono i winetour, i viaggi in vigna pacchetto completo che dormi comodo tra un filare e l’altro e vieni svegliato dalla faina che ti rosica le scarpe. L’ultima moda (ma manco tanto alla fine) è il wine wedding, il matrimonio tra due alcolisti anonimi. Ovviamente è nata a proposito la figura del wine wedding planner, Enzo Miccio dopo due bicchieri di Franciacorta. Passando all’italiano ci sono le enocene, le mie abitualmente. C’è l’enogastronomo, un medico specialista che ha studiato in cantina. C’è l’enopassione, l’amplesso in una vasca piena di vino. C’è l’enofilo, quello che parla con le bottiglie di vino, spesso già vuote. Mi chiedo se anche il povero Brian (Eno) avrà pensato di cambiare cognome di questi tempi. Color rubino, sentori di piccoli frutti rossi, avvolgente in bocca, tannico al gusto. Sono io, annata 1980, la migliore. Enossessione. Colonna sonora: Bottle of red wine By Eric Clapton

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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Alessandro Maurilli

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