Se potessi rinascere vorrei essere un preservativo a testa in giù. Io adoro quegli americani che fanno l’indagine sul corretto uso del preservativo, ovvero alcuni ricercatori del Kinsey Institute. C’è chi non lo usa e chi lo usa male. Il primo è scusato, il secondo non è sicuramente un ingegnere.
Ci sono leggende di quando ero bambino che mi rimarranno dentro tutta la vita, tipo Gianni che al primo rapporto sessuale usò la pellicola domopak rubata nel cassetto di cucina e legata alla base con un elastico di quelli gialli, solo per dirne una. In questo caso però la fantasia ha vinto su quelli che si accorgono solo alla fine di averlo messo al contrario dopo aver bestemmiato tre ore dicendo “ma perchè è difettoso?”. O peggio “ma possibile che ce l’abbia così grosso?!”. Gli stessi ricercatori hanno fatto anche la classifica di chi lo usa peggio. I cinesi sono all’ultimo posto, ma è questione di misure e infatti la sartoria italiana in crisi troverà “grosso” (eufemismo) indotto in Asia. In Sud Africa il preservativo lo usano le donne: ho pensato a come fanno a metterselo e poi ho capito perchè, sempre dalla Cina, c’è un grosso smercio di cetrioli bianchi in questo Paese. Se nei paesi meno sviluppati c’è un problema di scarso utilizzo, in quelli “sviluppati” lo scorretto uso è considerato problema di sanità pubblica (mentale direi). Quali sono gli orrori più comuni? Per esempio applicare il preservativo anche quando è parzialmente srotolato: questo succede a chi prima ha festeggiato il compleanno in casa con gli amici e la bustina dei palloncini era finita. Non lasciare spazio sulla punta, classico problema di quando si fa l’albero di Natale. Non utilizzare lubrificanti a base acquosa, problema che se risolto manderà in crisi l’intera industria dell’olio extravergine d’oliva. Non rimuoverlo correttamente è un pericolo e questo accade soprattutto quando ci sono cani in giro per casa. Ci sono gli “incidenti”: la rottura, lo scivolamento, eventuali problemi di erezione (ma in questo caso a che serve?) e la difficoltà di sentirsi a proprio agio o per questioni di “taglia” o per eventuali interferenze con la sensibilità. Allora ecco il manuale del perfetto uso del preservativo. Controllare la scadenza come fosse uno stracchino; non farselo mettere dalla donna dalle unghie più lunghe del mondo; rollare il preservativo come fosse un concorde in fase di decollo. Dopo il rapporto fare a gara a chi lo toglie prima. Gli stessi consigli ce li davano durante le assemblee autogestite al liceo, venti anni fa, segno evidente che in certi casi la tradizione vince sull’innovazione. Eppure c’è un problema ben più grande che attanaglia i fruitori di condom: la contraffazione dei cinesi. Quindi d’ora in avanti, o voi che acquistate preservativi, assicuratevi che ci sia il marchio DOP: Di Origine Protetta (in tutti i sensi). Colonna sonora: La chanson de Helene By Philippe Sarde
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