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Cucinare l’ansia

Tra il palinsesto estivo e quello invernale passano circa due mesi. In questo periodo accumulo un enorme numero di libri. Il tema è quasi sempre lo stesso, il cibo, ma tra una Congiura del pomodoro e un Lettere a un melone mai nato, c’è spazio anche per romanzi, noir (non mi piace il genere, smettete di mandarli) o saggi.

Mi ha colpito l’ultimo di Martina Liverani, Manuale di cucina sentimentale (Baldini & Castoldi 13,90 euro). Tessa, Agata e Cecilia, le tre amiche protagoniste, vengono presentate come tre piatti cucinati. Da lì si dipana la storia, tra una ricetta e l’altra. Nel presentare il libro l’ufficio stampa ha comunicato le cinque massime tratte dal romanzo. Eccole, ma riadattate da me dopo la lettura (consigliata, soprattutto a dhw che vanno dal parrucchiere quando mette pioggia)

* Cucchiaini di felicità. Ogni cosa va presa a piccole dosi. Le dimensioni non contano
* Il controllo è sopravvalutato. Mentre la ricetta va c’è tempo per tutto, anche per leggere l’oroscopo di Fox
* Le ricette non funzionano. Se sbagli ingredienti. La ricetta dell’amore esiste, eccome
* La vita come una frittata. Il difficile è girarla senza che si rompa. E se si rompe la frittata so’ cazzi
* Le emozioni costano poco. A meno che non siano calamaretti di penna (63 euro al chilo quest’anno)

Ecco le mia ricetta della felicità (qui). Alla fine del romanzo mi è venuto in mente quello che diceva Pellegrino Artusi: “due sono le principali funzioni della vita: la nutrizione e la propagazione della specie”. Ecco perché mi piace cucinare. Colonna sonora: Breezin’ along with the breeze By Josephine Baker

Alessandro Maurilli

Giornalista, chianino igp (come la razza) e soprattutto amante e anche abbastanza esperto (dicono gli altri) delle cose buone da mangiare e da bere, argomento che ama sperimentare anche nella cucina di casa sua. Su Valdichiana Oggi pubblica i suoi pensieri bislacchi nel blog Piove col Sole e nel periodo di sagre recensioni e pesantissimi giudizi sugli eventi mangerecci della vallata (da maggio a settembre infatti il suo peso è a rischio lievitazione). Il suo motto e anche stile di vita si rifà al famoso detto dei Lumacons di Foiano: “Fiorin fiorino, fiorin fiorello, se mi disturbi t’aiusso il bove”.

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