Ci risiamo, non posso più mangiare il pane di soia del panettiere di Foiano, non posso più manco mangiare la svizzerina coi piselli. L’attacco di panico a vedere quelle immagini raccapriccianti nei vari tiggì mi ha contaminato e ora rifiuto tutto. Mi nutrirò con fisiologiche per il periodo di quarantena.
Mi mancava in effetti la nuova psicosi da cibo e per uno che ci lavora in questo settore è davvero uno spasso. Le scalette sono già belle che pronte: interviste alle associazioni che ci marciano, interviste alle multinazionali che ci marciano, interviste ai produttori che ci marciano, interviste alla soia e ai vitelli incriminati che ci marciano anche loro. Gli unici che non possiamo intervistare sono i contaminati, perchè o sono già morti, o non si sa chi siano. Per un attimo godiamoci il riscatto del torello chianino, quello che non ha mangiato soia malata e che non si è ammalato e al massimo ha preso solo una frescatina la sera all’imbrunire perchè non aveva il maglioncino sulle spalle. E allora se non posso mangiare il sushi perchè il tonno è contaminato, la soia perchè è contaminata, la svizzerina perchè è contaminata, la pecora perchè ha la lingua blu, il formaggio perchè è tarocco, il prosciutto perchè è marcio, il maiale perchè ha la febbre, la gallina perchè ha l’influenza, il germano reale perchè è depresso, sapete cosa faccio? Mangio i piselli dell’orto di Lino, i migliori del mondo. Colonna sonora: Les cornichons By Nino Ferrer