Ho dimostrato a me stesso che si può resistere alle tentazioni. In due giorni di Vinitaly non ho bevuto una goccia di vino. Solo due bicchieri d’acqua liscia al giorno. Grissini a volontà. Si può fare. Verona Fiere durante i giorni della festa del vino sembra una Italia in miniatura: puoi passare da una regione all’altra solo cambiando padiglione.
Mentre lo facevo pensavo a un vitigno (ora va di moda l’autoctono) e lo associavo a persone che conoscevo di quella regione. Groupies per la verità, confesso. Il punto è un altro. Cinque vitigni per cinque profili umani.
- Pinot noir. Lineamenti forti, accento tendente al tedesco, fisico asciutto. Il suo sogno è fare la guida alpina e sposarsi con Lassie
- Nebbiolo. Aristocratica, rigorosa, ama i gianduiotti fatti a mano. Si sposerà con un dirigente della Fiat nuova generazione e avrà due figli da nomi imponenti
- Malvasia. Effervescente, sorridente, formosa. Il suo obiettivo è accaparrarsi un bischero che risponda sì a tutte le sue domande
- Sagrantino. Riccioli d’oro, lenta nella partenza, ma persistente. Rimarrà zitella, prima che qualcuno la capisca fino in fondo
- Primitivo. Fuoco e passione la contraddistinguono. Una vita emozionante, ma un po’ incasinata. Gli amici sono il punto di riferimento
Io non ho dubbi sul mio vitigno preferito, mai avuti. Il Sangiovese, meglio se Prugnolo Gentile, è un po’ la parafrasi della toscanità. Nel mio sangue ne scorrono fiumi e il resto va da sè. Colonna sonora: Because By Beatles