Esiste il lato b di ogni cosa, come ci insegnavano i 45 giri. Lato b quello più sfigato? Forse, o forse il lato degli eclettici. Se un uomo ha un grande lato b è un gran fortunello, se ce l’ha una donna ha solo un sedere enorme. Esiste un lato b anche nelle sceneggiature dei film: è quello che non vedi, ma senza il quale la storia avvincente che guardi non reggerebbe.
Il lato b di una macchina può essere a più volumi, come quello di una casa più freddo se non ci batte abbastanza sole. Il lato b della luna è quello che vedi nero, grande album, bello anche il lato b di quello. Il lato b, quello spirituale, di una persona corrisponde a paraculaggine. Ieri sfogliando panorama ho scoperto un nuovo lato b, quello sex. Pare che oggi più di ieri i giovani si esercitino in storie parallele con persone del proprio sesso e uno dei motivi principali, dice l’esperto in materia del caso, sarebbero i social network. Sto perdendo il passo coi tempi, ho pensato, anche se non ho capelli bianchi e per provarlo in questi giorni ho una barba lunga come quella di San Pietro nell’immaginario. Sono all’antica e me ne vanto. Per uno che come me è cresciuto negli anni Ottanta in un negozio di dischi lato b evoca solo una cosa: Follow on di Paul Young, b-side di Now I know what made otis blue. Colonna sonora: Clampdown By The Clash
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