Nel lontanissimo 2001, in assenza di capelli bianchi, con fisico più o meno atletico e tempo libero da vendere, tra un corso universitario e un pomeriggio di bagni di sale a casa di giovani studentesse disinibite, ho avuto il coraggio di iscrivermi a un corso di yoga. Perugia, via Oberdan. La scuola era quella di Jacopo Fo, lo stesso che ha scritto “Lo zen e l’arte di sco..re” e questo mi ha aiutato nella scelta.
La prima nota negativa era l’orario del corso che iniziava alle 20. Il silenzio richiesto era rotto da concerti di pance affamate alla fine di una giornata in cui l’unica cosa che poteva rilassare un giovane studente poteva essere una nuova puntata di “Un posto al sole”. Le posizioni. Il maestro che ci insegnava a logorare muscoli e cartilagini, tale Pino (dall’accento presumo di Aversa), parlava con facezie impegnative tanto che dovevo prendere appunti. Le figure, non quelle di cacca fatte cadendo, ma della disciplina, erano il secondo e definitivo motivo che dopo due lezioni mi ha fatto chiedere indietro l’acconto per tre mesi di corso. Vediamo.
* Il pesce. Così chiamata perchè “permette di galleggiare” (Maestro, sei fatto? Siamo in una puzzolente moquette color alga di mare). Effetti: agisce sulla colonna vertebrale, nel mio caso non facendomi dormire per le tre notti seguenti.
* Candela. Mi ha ricordato subito due cose: la romantica canzone cubana, l’altra non la posso dire. In sanscrito vuol dire “il tutto”. In italiano, candela appunto. Effetti: stimola gli stitici e infatti faceva proprio ca..re.
* L’aratro. Il maestro yoga chianino direbbe “il coltro”. Effetti: dona slancio alla colonna vertebrale, nel senso che si stacca proprio dal corpo.
* Il loto. Perchè ricorda il fiore, dicono. A me ricorda più la posizione per fumarlo sul tappeto. Effetti: contro la scoliosi.
* Il cobra. Sembra una sorta di missionario rivisitato (c’era qualcosa in giro sul fare l’amore coi serpenti?). Effetti: aiuta le irregolarità mestruali. Maestro Pino di Aversa, Mavvaffa…
Il tutto per arrivare al grande obiettivo: raggiungere la posizione perfetta. Sapete qual è? Seduti a gambe incrociate. Vuol dire che facevo yoga anche all’asilo e già avevo capito tutto, mi ero posizionato dietro Lucia, la ragazzina innamorata di me con il fiume di muco sempre in piena. Ho una posizione yoga per Pino e tutti i yoghisti del mondo: quella dell’ombrello. Colonna sonora: Candela By Compay Segundo
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…