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Perchè farsi un tatuaggio (o anche di più)

Devo essere sincero: il mondo dei tatuaggi mi ha sempre incuriosito, affascinato, ammaliato anche se ho avuto, fin da piccolo, una certa repulsione per gli aghi; infatti, pensate che tanti anni addietro, quando avevo ancora tutti i capelli ed erano neri corvino, un giorno andai a fare le analisi del sangue e pochi secondi dopo che mi infilarono l’ ago persi i sensi, quindi immaginatevi un po’: per un aghetto infilato per un tempo variabile dai tre ai cinque secondi sono praticamente svenuto, quindi come avrei potuto solamente pensare di farmi fare un tatuaggio e farmi bucherellare per un tempo variabile dai quarantacinque minuti ad un massimo di circa tre ore, quante volte sarei dovuto svenire ed avrebbero dovuto rianimarmi? Pensate un po’, tre ore di punture continue, di un dolore all’ inizio sopportabile ma che poi va pian piano aumentando fino a farti digrignare i denti dal dolore con la tatuatrice che ti chiede: “ Come va il dolore “? Ed io che cerco di riprendermi, che smetto di stringere i denti e dopo essermi preso qualche secondo in cui deglutisco anche l’ anima, riprendo animo e con una voce squillante rispondo: “ Tutto ok, procedi pure “ e lei procede imperterrita fino alla fine ed io che riprendo a stringere i denti fino a quando con l’ ago non arriva in qualche punto più sensibile di altri ed allora lì sì che il dolore diventa inimmaginabile, ma cerco di contenere il tutto solo con un piccolo scatto, al che la tatuatrice mi domanda: “ Fatto male, vero? Siamo verso la fine e questo è un punto leggermente più doloroso “, che è un modo gentile e carino per dire “ Mo’ so’ cazzi tuoi “ ed io che rispondo, falsissimo: “ Sì, appena appena un po’ di male, ma ormai siamo arrivati alla fine, quindi non ci sono problemi “, mentre inizio a sudare freddo pregando non so nemmeno io chi che tutto abbia termine al più presto e giurando a me stesso che questo sarà l’ ultimo tatuaggio che farò …. E così dissi dopo il primo, dopo il secondo …. dopo il terzo …. ma anche dopo il quarto e perché non anche dopo il quinto e dopo il sesto, ma i numeri pari non portano bene, quindi bisogna fare il settimo e poi perché non anche l’ ottavo, il nono ed il decimo e sono già pronto per l’ undicesimo. Direte: ma sei masochista, chi te lo fa fare? No, non sono masochista, rileggete il primo rigo … perché le persone che li fanno sono dei veri e propri artisti, perché tutti i tatuaggi hanno un significato che sai solo tu, perché sono belli, perché sono colorati o in bianco e nero, perché mi piace farmi dipingere il corpo, perché mi piace immergermi in questa nuova realtà, perché mi segnano per sempre e rimarranno con me anche quando non ci sarò più, ma saranno l’ unica cosa che resterà con me anche oltre la vita terrena.

Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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Stefano Bertini

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