Guidare mi rilassa, è il momento in cui siamo solo io, il mio bolide dell’antiguerra e la campagna aretina fuori dai finestrini. In macchina io progetto, penso in modo veloce e costruttivo, sto lontano dal mio smartphone per almeno 30 minuti – cosa buona e giusta – e spingendo il piede nell’acceleratore faccio anche un po’ di step che non guasta mai. C’e un rito che compio tutte le volte quando apro lo sportello della Corolla violetto metallizzato – dopo aver ringraziato gli dei dell’universo per tenermela ancora in vita dopo 14 anni – posiziono il sedile a mo’ di spiaccicata contro il volante, accendo la musica, abbasso i finestrini, metto la cintura e guardo nello specchietto. Un po per vedere in che condizioni sono e se quelle lentiggini hanno intenzione di espandersi ancora, ma soprattutto guardo a quanta distanza mi ha parcheggiato la macchina dietro perchè dall’intimità che il mio cofano sembra aver con il retro della macchina davanti talvolta penso di far parte di una linea di Tetris.
Dopo aver perso quei 20 minuti standard e essermi fatta venire i muscoli nelle braccia per uscire dal parcheggio, suscitando ilarità nei passanti, finalmente parto e soltanto uscita dalle strade di città e possibilmente sorpassato l’inceneritore comincio davvero a respirare – a pensare “Ma dove sto andando?” invece quello mai.
Così con il braccio sinistro ad angolo e le due mani sul volante vado avanti, avanti e comincio a fare i miei piani per il futuro: mandare il curriculum a X, inviare un’ e-mail a Y, capire cosa fare della mia vita – no questo no, mi ci vorrebbero 8 h di viaggio – andare allo sportello infopoint Giovani Si perchè le aziende a cui ho mandato un e- mail non si degnano neanche di rispondermi “No, grazie siamo al completo”, farmi passare lo stress psicologico procuratomi da chi recentemente mi ha consigliato di inviare cv bianchi per destare interesse nelle aziende – ma che stupida come ho fatto a non pensarci prima. Sarà poi il caso di comprare o non comprare quelle scarpe bellissime immortali la cui spesa con gli sconti mi permetterebbe di ammortarle in 1 anno? Di solito in questi momenti il trattore davanti mi impedisce di prendere decisioni affrettate.
Poi ecco che l’omino della domenica che va a a 40 km/h ti costringe a rimetterti a pensare e allora avanti di nuovo: cosa mi metto stasera, quanto costeranno le case qui intorno troppo belle, ma tanto come le pago se fino ai 30 anni non avrò uno stipendio decente e cosa farò dopo i 30 anni se il mio piano A – non proprio realista – ossia aspirante giornalista e apprendista commessa sfumasse?
Ecco la macchina è il mio psicologo, è il mio Yoga rilassante da quanto è introspettiva. Se non fosse per il metano probabilmennte costerebbe anche come uno psicologo.
Il viaggio e le domande interiori con castelli ina ria che mi vedono imprenditrice di successo durano fino a che non parcheggio di nuovo e di tutti i piani che mi son fatta me ne resta in testa solo il 25% perchè poi quando mi fermo e spengo il motore è come se si spegnesse anche il motore del mio cervello, la speranza e torna l’inerzia dopo aver posizionato di nuovo lo specchietto retrovisore e pronta a vedere arrivare da un momento all’altro le due macchine ad incastrarmi di nuovo. Perchè artrivano è solo questione di tempo, ma arrivano.