Dopo tante peripezie e dopo averlo tenuto nella la scatola in casa per 6 mesi a prendere la polvere posso finalmente dire di avere un autoradio funzionante nel mio bolide dell’antiguerra. La mia auto. Almeno adesso qualcosa di funzionante nel mio mezzo di trasporto c’è e, magia delle magie, mi legge persino tutta la musica trash della mia penna Usb e per giunta senza fare neanche una piega. Insomma adesso sono proprio apposto: ho una macchina, ho uno stereo che non prende solo Radio Subasio e solo dopo minacce poco velate, e ho i miei cd e tutta la musica anni ’80 a portata di indice. A portata di pensiero ancora ci devo lavorare.
Così con almeno questo desiderio soddisfatto – quali altri potrebbe averne una 25enne più 1 – ho capito finalmente l’importanza del concetto di viaggio e l’importanza di avere una colonna sonora decente e che ti tenga sveglia il sabato notte alle 3.00 e nella vita.
Fino ad oggi ho sempre odiato quelle massime pseudopsicologiche che ti vogliono inculcare nel cervello che nel viaggio della vita non conta tanto la meta, ma semmai il tragitto che impieghi a raggiungerla. Se lo dicono loro. A me pagare 150 euro di aereo e poi non arrivare da nessuna parte non mi soddisfa per niente, come è successo con una prenotazione cancellata per Londra un paio di anni fa, men che meno sgomitare in giro come una sgomitatrice professionista per trovare finalmente un posto nel Paradiso degli occupati. Prima di arrivarci… c’è tutto il purgatorio da scalare e con la fortuna e i vizi che mi ritrovo sarò precaria e lavoratrice flessibile anche lì.
Certo, ovvio a 75 anni quando finalmente smetterò di lavorare e studiare – dopo 4 lauree e un cv di 12 pagine con allegato – e avrò la metà della pensione minima odierna ripenserò a tutto questo sgomitare, girellare, viaggiare e ci farò una grossa grassa risata – sarò diventata pazza. Di tutto questo il viaggio sarà sicuramente l’unica cosa di cui avrò un ricordo, perchè la meta dovrò ancora raggiungerla. Ah ah ah.
Da oggi però il viaggio avrà tutto un altro sapore, e anche rumore con il mio nuovo stereo e la mia colonna sonora mix di Al Bano & Romina Power, Loretta Goggi, Queen, Duran Duran e Hugh Grant che canta Pop Goes my heart senza dimenticare la mia adorata Laura Pausini e I Guns N Roses: la prima ti fa venire la lacrima a fiume dei cartoni e i secondi che per fortuna poi cantano Don’t U cry tonight… Credo che con questa prospettiva musicale una cosa sarà sicura: viaggierò da sola..
Nella vita c’è comunque viaggio e viaggio: il viaggio di andata, il viaggio di ritorno, quello di piacere o di lavoro, un libro intero sui significati del viaggio che mi sono dovuta sorbire per un esame all’università – esattamente il concetto del viaggio nel teatro rinascimentale. Non lo augurerei neanche al mio peggior nemico – e poi il viaggio di nozze come dimenticarlo, ma per fortuna quello sarà a spese degli invitati del mio matrimonio.
Insomma i viaggi non si possono evitare, e nemmeno le spese o gli inconvenienti collaterali: benzina, caldo, cibo in trasferta, Internet sul telefono, affitto di 1000 che dovrò pagare per stare due mesi a Milano a fare uno stage non pagato, aperitivi, shopping – come non farlo a Milano? – 4° classe nei treni low cost e longtime, ma da oggi renderò il tutto un po’più sopportabile visto che ho la mia colonna sonora perfetta e adatta a ogni momento della giornata.
Quindi altolà al viaggio, e avanti “Maledetta Primavera” per i colli della Valdichiana a squarciagolaaaaaaaaaaa perchè il prossimo viaggio sarà verso il cemento di Milan con la canzone della Madunina…
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