Ultimamente un paio dei tre gatti che mi leggono e che non si perdono nei ragionamenti tortuosi della mia mente si lamentano della tendenza quasi noiosa se non petulante che ho di scrivere di precariato un giorno si e l’altro anche. Lo ammetto, praticamente riesco a parlare del mondo del Non lavoro anche quando faccio riflessioni sulla cucina, sull’abbigliamento, sul tempo. Ok su tutto. Ne sono cosciente. Quindi adesso per confutare i miei detrattori mi sforzo un secondo e penso a qualcosa che non abbia nulla a che fare con il fatto di non avere un lavoro fisso.
Lunedì ho fatto shopping ad esempio, ho comprato un bel paio di pantaloni blu scuro molto eleganti che mi starebbero veramente bene con una camicetta bianca di seta che si annoda con un grande fiocco al collo e una borsa beige. Una mise perfetta se lavorassi in un ufficio pubblico, rigorosamente con le ballerine per non dare troppo nell’occhio e poi perchè a stare a sedere tutto il giorno mi si potrebbero stancare le gambe. Ma dal momento che non lavoro in Comune non ho questi problemi di abbinamento., per fortuna. Cappero ci sono ricascata.
Proviamo con quacos’altro. L’altro giorno sono andata a un’inaugurazione di un bel negozio per bambini di una mia amica e essendo una donna sono molto sensibile ai bambini – quelli degli altri – e guardando i prezzi degli articoli per l’infanzia – oltre che a cercare la mia taglia per un vestito marinaretto – ho pensato che oggi il vero lusso è fare bambini altro che comprare gioielli: per farne uno e crescerlo bisogna aprire un mutuo, che non ti daranno mai se non hai un lavoro e figuriamoci comprare una casa per ospitare i pargoli. Qui si ritorna alla famiglia allargata con babbo nonno bisnonno terzo zio tutti in una casa per condivivdere l’Imu.
Forse l’argomento famiglia è troppo legato a uno stipendio fisso e quindi è ovvio che poi vado direttamente a pensare al Pre-caria-to. Shhh che poi mi sentono, non vorrei che i politici credessero a queste leggende metropolitane.
Riuscirò a formulare un pensiero che poi non mi vincola in questo modo? Università? No per carità è un gioco al massacro, politica peggio mi sento, televisione? Lo hanno scoperto da poco come argomento e quindi lo declinano in tutte le sue forme
Ho trovato la soluzione, riesco a non pensare al Non lavoro quando mangio la cioccolata. Si ci doveva pur essere qualcosa che poteva funzionare. Quindi ho trovato il rimedio a tutto. Mangio cioccolata dalla mattina alla sera per evitare di scrivere e parlare sempre delle stesse cose, così mi si infiamma tempo record l’appendice, già fortemente provata, e mi devono ricoverare in ospedale. Probabilmente sotto effetto del dolore riuscirò a non pensare figuriamoci a parlare, tutto secondo i piani, almeno fino a che per addormentarmi l’anestesista mi dirà le classiche parole: “pensa a qualcosa di bello” e lì, proprio in quel momento dopo tutta la fatica fatta io sono sicura che ricascherò nella tentazione e come diceva il mio Oscar ” L’unico modo per resistere alle tentazioni è cedervi”.
A meno che l’anestesista non assomilgli a Orlando Bloom.
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