Ho finalmente capito quale potrebbe essere il mio ambiente naturale, il mio locus amoenus per eccellenza……Il circolo Polare Artico. In queste due settimane la neve è stata certamente l’indiscussa protagonista, tanto che sospetto che a breve gli verrà dedicato un documentario in prima serata con le testimonianze di persone coinvolte e esperti in qualsiasi disciplina che si pronunceranno in merito come hanno già fatto prontamente per la tragedia della nave Concordia.
E se lo hanno fatto per la nave lo faranno certamente anche per la neve… la Par Condicio non è una prerogativa solo politica.
Comunque oggi visto che è domenica non Mordo e quindi non ho da sollevare nessuna polemica, ne critica alcuna sulla situazione meteo italiana, ma le serate passate in casa davanti al camino con il Ciobar, le lunghe camminate per raggiungere l’ufficio, l’edicola o il supermercato – per il ciobar – mi hanno riflettere su questo gelo anomalo – neanche troppo visto che siamo in inverno.
In realtà ho scoperto di non abitare ad Arezzo, ma bensì in una succursale di Cortina d’Ampezzo visto l’abbigliamento che alcuni aretini hanno immediatamente tirato fuori dagli armadi dopo solo 5 minuti di nevicata. Fasce di lana, accessori moda inverno super fashion, papaline con firme a caratteri cubitali che per non vederle bisogna avere una miopia estrema e gioielli d’oro 80 carati immancabili ad Arezzo o meglio Cortina d’Arezzo.
E qui, la seconda grande nevicata prospettata per venerdì non è arrivata. Ieri sera alle 21.00 esatte si sono visti due fiocchi di numero scendere dal cielo, ma ci hanno pensato le mie grida disperate a bloccare la nevicata perchè finalmente ero riuscita a mettere piede fuori di casa senza scarpe da trekking o doposci – di quando avevo 12 anni – e anche se avessi voluto non sarei mai riuscita a togliermi i tacchi visto che avevo perso oramai la sensibilità alle articolazioni. Devo dire un grosso passo in avanti, dal momento che terrorizzata dagli allarmismi venerdì sera non mi sono mossa da casa: la mia macchina è parcheggiata nel solito punto da 10 gg per non arrecare danno a terzi e non intendo usarla fino a che non ci saranno i fiori per terra. In questi giorni sono stata tutto il tempo con un occhio puntato sul mio smartphone che metteva neve neve e poi neve e con l’altro al cielo.
E venerdì sera mentre scrutavo le nubi – e il ciobar bolliva e si attaccava nel pentolino – ho capito cosa fosse realmente successo al povero filosofo Talete che per guardare il cielo finì in una buca: non stava guardando le costellazioni preso da una strana euforia astronomica e non era perso in pensieri filosofici, ma stava semplicemente guardando il cielo per… capire “nevicherà o non nevicherà???”. No perchè dopo un po’ meteo.it, previsioni.it perdono credibilità. Internet dice una cosa, i miei dolori articolari ne dicono un altra, gli unici che sono contenti di questa situazione d’incertezza sono i telegiornali che improvvisamente sembrano aver trovato un argomento che li accomuna tutti, canale che giri, neve che trovi e in tutto questo boom mediatico ( twitter e fb invasi ) l’unica cosa che mi resta da fare per capirci qualcosa è sul serio alzare gli occhi al cielo e decifrare colore, densità delle nuvole, temperatura ambientale…
Se è troppo freddo non nevica, se c’è il sole men che meno, se Internet dice che c’è una bufera possiamo anche stare tranquilli che il cielo è terso… conclusione sono diventata un’esperta d’eccezione di neve e co. ; tanto che, presa da questa nuova competenza empirica e dal fatto che cammino meglio sula neve che sull’asfalto, ho deciso di pensare a un trasferimento al profondo nord per stare a contatto con il clima freddo che mantiene giovani. Ieri ho inviato la domanda di partecipazione per un concorso pubblico – non c’è da ridere – in Val d’Aosta. Basta con il caldo, l’Australia, i canguri… farò la regina delle nevi… e per sopperire alla mancanza di stile dei doposci ho deciso di brevettare le scarpe da trekking con tacco 10 in tutti i colori, tanto con il bianco va tutto.