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Il sensazionalismo non muore mai

Ritornata alla mia vita abituale, ossia quando sono più i giorni che non lavoro di quelli in cui lavoro mi destreggio tra Pc, Tv e negozi bramosa di qualsiasi cosa degna di nota e di critica. Le abitudini non si cambiano.
E se sul giro per negozi è il caso di stendere un velo pietoso e un No comment in televisione so sempre dove andare a cercare fonte d’ispirazione. E l’ex Telemilano non mi tradisce mai in questo senso.

Pomeriggio 5 non perde, nel più totale rispetto di “cronaca”, neanche uno degli gli argomenti scabrosi del momento. Prolificano così come le smorfie di dolore e felicità di Barbara D’Urso – a seconda che stia trattando un matrimonio vip o un omicidio cruento. Ops il contrario. La capacità di cambiare espressione alla velocità della luce della conduttrice è da Guinnes dei primati. Simpatico gioco di parole. E a questo pro mi ostino a chiedermi come mai io ancora non mi posso avvalere del titolo di giornalista, probabilmente manco di capacità drammaturgiche o di uno stage al circo, lo ammetto.

Da quando è nato il giornalismo popolare, le 3 S sesso sangue e soldi hanno dettato letteralmente legge nella scelta delle notizie e nella loro collocazione, il loro non raro coesistere in una vicenda premia la notizia della prima pagina. Ma oggi le 3 S monopolizzano non solo i quotidiani e i tg, ma interi speciali televisivi, libri dai titoli colorati che mi rifiuto di leggere, serie tv ispirate a vicende storiche – ad esempio I Borgia – e di cui aspetto fremente la seconda stagione e i soliti film sui vampiri o pseudotali che succhiano sangue. Poveri vampirelli anemici.
E’ decisamente affascinante vedere come il sensazionalismo funzioni bene come cent’anni fa e che storie scabrose, folli, paranormali, perverse suscitino ancora tanto interesse quando la nostra morbosità è stata già messa così alla prova. Ma credo che la curiosità di ogni essere umano verso ciò che riguarda i soldi, il sangue e il sesso sia inesauribile, insita nell’animo umano teso a voler conoscere gli aspetti più ambigui e inaspettati della sua specie. Ma mi piace pensare che chi di sensazionalismo ferisce, di sensazionalismo perisce e su questa massima rivisitata spengo il pc e vado a leggere la biografia di Lucrezia Borgia.

Cecilia Falchi

30enne Blogger per sopravvivenza mentale e precaria per scelta altrui. Spontanea nel suo essere assurda, sembra uscita da un'illustrazione di "Mary Poppins", ma respira sarcasmo come un personaggio di Woody Allen. Calamita vivente per i guai. Il suo motto è "Domani è un altro giorno... speriamo parta la macchina"

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