Molti parlano del blocco dello scrittore, della pagina bianca che fissa peggio di uno stalker e giudica peggio di un giudice, ma quello che sto affrontando io in questo periodo è un blocco più insolito e allo stesso tempo per chi vive di fantasia come me invalidante. Il blocco del lettore. Pagine e pagine di scrittrici sudamericane lette e digerite alla velocità della luce, la serie completa dei libri di Sophie Kinsella in bella vista nella mensola sopra il mio letto. Il mio mantra I love shopping. Jane Austen, Oscar Wilde: i mei primi amori mai dimenticati. Una spesa media di 30 euro al mese in libri e libri accumulati in ogni angolo della mia stanza e poi improvvisamente l’idillio, la mia fonte d’ispirazione fantastica si è spenta. Così’ come si spegneva al liceo al momento di leggere Ivanhoe.
Ora un solo libro nel comodino da 2 mesi “L’età dell’innocenza” per chi ha visto il film di Scorsese la storia d’amore tra Ellen Olenska ( Michelle Pfeiffer) e Newland Archer (Daniel Day lewis ) ambientata nella New York ipocrita e politicamente corretta di fine 800. Un libro che merita, come il film ma che non mi riesce a finire.
Sarà colpa della mia attuale passione per Homeland, Downtown Abbey, la stanchezza serale e la scarsa tranquillità che non predispone alla lettura, perchè leggere è un po’ come scrivere, ti proietta in un mondo alternativo, diverso, ma ti fa pensare anche alla vita di tutti i giorni, ti innesca il pericoloso “paragone”.
Due pagine, prima di dormire, le leggo tutte le sere perchè le abitudini sono dure a morire, e spesso mi porto un libro in borsa – qualche minisaggio di Bauman o sulla condizione della donna – perchè non si può mai sapere dove c’è qualche fila ad attenderti. Mi manca però il viaggio settimanale in treno, la corriera Stazione – Novoli che causa traffico per percorrere 10 km ci mette un ora di tempo ossia mezzo capitolo dell’Amore al tempo del colera , mi mancano i corsi post laurea fatti proprio per leggere tutt’altro, mi manca forse non sentirmi in colpa perchè sto leggendo di pomeriggio quando potrei fare altro o forse mi fa paura mettere in collegamento il mio cervello con i paesaggi cileni di Isabel Allende e poi tornare alla realtà che in certi momenti si fa davvero lenta, noiosa e tutta uguale. Perchè leggere è come viaggiare nel tempo e nello spazio, piace per quello. Anche i film fanno viaggiare, sognare, ma hanno anche il fascino del facile, il potere di rilassarti, d’ipnotizzarti con le immagini i suoni, i volti e le parole. E’ innegabile l’immediatezza delle immagini e la supremazia del loro linguaggio oggi. Ma leggere e non solo per chi scrive è un’azione imprescindibile per articolare il pensiero, per riattivare la mente, per non far si che la prossima pagina bianca sia la nostra, la mia. Quindi Età dell’Innocenza ” mo te magno”