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Giro del mondo

All’epoca della seconda rivoluzione industriale Jules Verne scriveva “Il giro del mondo in 80 giorni”, storie d’avventura e di viaggi in mongolfiera che hanno sempre del suggestivo; oggi invece il romanzo intinerante ha trovato il suo sostituto nell’epoca della globalizzazione ” Il giro del mondo in 80 passi” o meglio la mia versione non su carta “Come farsi venire l’appendicite”.

Ebbene si sono conclusi ieri i “mercatini del mondo”, oramai appuntamento fisso della seconda metà di ottobre per il mio palato e per tutt’Arezzo e provincia. Greco, Israeliano, thailandese, argentino – quest’ultimo miraggio per pochi visto la fila da maratoneta per arrivarci – arancini siciliani, biscotti 100% burro; di tutto e di più per il piacere delle papille gustative di mezza città e per i digestivi che hanno avuto un impennata nelle vendite in questo weekend mai registrata.

Aldilà delle critiche che anno dopo anno avvolgono la fiera ogni volta c’è sempre più gente a riempire il parcheggio dell’Eden e anche il resto dei posteggi tali o non tali: ho dovuto percorrere a piedi un numero tale di km che ho ritenuto perdonabile la seconda mandata di patatine fritte.
Non vedevo così tante macchine da Arezzo Wave 2000, si narra che venerdì sera per trovare parcheggio un gruppo di ragazze abbiano impiegato 1 ora esatta con giramento di testa e non solo compreso nel prezzo, ma non svelo mai le mie fonti.

Certo che tre giorni d’immersione culinaria multietnica richiedono il giusto sforzo economico, per mangiare hot dog e patatine conviene chiedere un finanziamento, per non parlare di specialità spagnole – la paella al grammo costava quanto l’oro – o quella cosa insapore e veramente spiacevole che non piace a nessuno chiamata Sacher Torte. Non riesco proprio a capire a chi possa garbare una pietanza simile affogata nel cioccolato. No proprio non saprei.

Il mio portafoglio oggi comunque è molto più leggero e anche se non posso dire la stessa cosa del mio stomaco in lotta continua con se stesso sono riuscita a passare indenne questo giro del mondo un po’ ristretto e sui generis, sopresa anche del fatto che quest’anno i “tedeschi” non hanno portato il freddo. Probabilmente anche loro avranno  pensato di aver sbagliato tappa del viaggio.

Cecilia Falchi

30enne Blogger per sopravvivenza mentale e precaria per scelta altrui. Spontanea nel suo essere assurda, sembra uscita da un'illustrazione di "Mary Poppins", ma respira sarcasmo come un personaggio di Woody Allen. Calamita vivente per i guai. Il suo motto è "Domani è un altro giorno... speriamo parta la macchina"

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