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Default sì, default no… un nuovo D-day

In questi giorni mi sono sentita bombardare ovunque da qualsiasi mezzo di comunicazione conosciuto all’uomo le parole Default – Obama – Usa e poi Default – Default e……………………….. Default!

Insomma per chi non lo avesse ancora capito in questi giorni la Terra ha tremato perchè in Usa la patria del miracolo, del tutto è – o era – possibile si è temuto il fallimento!
Ma aldilà dell’ ovvio per chi, come me, capisce veramente poco di bilanci e di conti da far tornare – mai così all’ ordine del giorno anche dalle nostre parti – che cosa è questo Default?

 

Perchè a farla risuonare così la parola Default mi ricorda molto l’ odiosa sentenza Game Over alla fine di una partita, andata male, al SuperNintendo – le mie partitine risalgono a qualche annetto fa – ma credo che le conseguenze in questo caso sarebbero state un attimino diverse dal dover resuscitare Yoshi dopo un’indigestione di ovetti.

 

Quindi questa notte mentre tornando a casa cercavo di trovare un po’ di musica decente alla radio mi sono imbattuta nell’annuncio dello scongiurato pericolo – Default NO – e ,oltre ad aver tirato un sospiro di sollievo, mi è sopraggiunta una strana curiosità che ho cercato di soddisfare come faccio di solito in questi momenti……..Googlando la parola in questione.

La prima voce che compare è logicamente la definizione di Default data da Wikipedia che purtroppo a causa dell’ora già tarda non sono riuscita a comprendere totalmente, ma ben più esaustivi sono stati gli articoli che susseguivano e i loro titoli. E lì ho capito un po’ meglio come è stato scampato il pericolo dell’ insolvenza americana: ………..tagli. Per esattezza tagli alla spesa pubblica e un aumento del tetto di indebitamento di 2400 miliardi di dollari. Ora mi è tutto un po’ più chiaro……

La partita si è giocata al Congresso, dove entrambe le Camere hanno raggiunto un accordo per l’ l’innalzamente del debito e che l’accordo sia stato raggiunto con alcune rinunce del Presidente Obama sui suoi punti e con alcune vittorie per i repubblicani poco importa se il pericolo era il Default – oramai ho preso confidenza con la parola.

Insomma le acque anche oltreoceano non sono proprio delle più tranquille e ciò fa molto capire che come ci si gira ci si gira dalla piccola famiglia che rischia il Mini Default al piccolo Comune che fatica a chiudere il bilancio ogni mondo è Paese, grande o piccolo che sia.

 

Comunque almeno per l’Usa all’alba dell’ 1 agosto probabilmente è stato sventato un altro D.day che di certo non sarebbe stato ispiratore e altrettanto promettente come quello del lontano 6 giugno 1944.

E ora resta solo da capire dove si andrà a tagliare e questo non solo negli Stati Uniti, sperando che non si tagli dove la carne fa già male o che la lingua non batta dove il dente duole, come sempre!

Cecilia Falchi

30enne Blogger per sopravvivenza mentale e precaria per scelta altrui. Spontanea nel suo essere assurda, sembra uscita da un'illustrazione di "Mary Poppins", ma respira sarcasmo come un personaggio di Woody Allen. Calamita vivente per i guai. Il suo motto è "Domani è un altro giorno... speriamo parta la macchina"

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