Arriva quel giorno in cui il tuo pc muore, si spegne per l’ultima volta, senza più speranza e porta con se l’ hard disk esterno in un’unico falò elettrico senza darti più speranze e cancellando la tua vita in un click. Arriva quel giorno e improvvisamente ti chiedi: datemi carta e penna, un cottage in montagna e ci rivediamo fra 30 anni tanto la wireless lassù può anche andare a quel paese e con le pecore ci parlo anche senza telefono.
C’è preciso preciso una puntata di Sex And The City che narra di questo giorno funesto nella vita di un’aspirante scrittrice che ama iniziare i libri, salvarli nella cartella lavori in corso e aspettare il giorno dell’ispirazione per finirli: Carrie assiste alla morte del suo pc, lo avvolge in una sciarpa calda e in compagnia del fidanzato lo porta ad aggiustare, ma le sue speranze vengono vanificate dalla freddezza dell’informatico. Nel mio caso tutto uguale tranne che per la freddezza dell’informatico che invece ha dimostrato tutto il suo disappunto sulle condizioni di pc e hard disk. Gli mancavano solo una paio di tasti e c’era una minuscola macchia di cioccolata nel cavo, non mi sembra così grave.
Quando si dice che la vita è appesa ad un filo ora capisco il perchè, i miei ultimi 4 anni di foto, articoli, film cancellati così senza neanche potergli dire addio, mai come ora mi vengono in mente un paio di cose: la prima è che nonostante il mio femminismo che mi impedisce di fare queste ammissioni ci sono delle cose – tipo questa e aprire un barattolo – che necessitano l’intervento dell’altro sesso, la seconda è che Sex and the city è una condanna. Smetti di guardarlo e quello ti perseguita catapultandoti nella puntata x della 3 serie credo.
E ora non mi resta che piangere,respirare e dare la colpa al malocchio perchè potevo diventare una scrittrice famosa se avessi finito quei libri, ovviamente