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Apriti Sesamo!

E’ vero che noi giovani siamo oberati da problemi esistenziali come “trovare un lavoro” e magari “trovarne uno retribuito” e perchè no anche “trovare un lavoro retribuito e magari con i contributi, ferie e malattie pagate” – faccina che sogna – ma secondo me non cerchiamo tutto questo sempre nella giusta direzione.

 

Sono stata colta da una momentanea ventata di ottimismo, nient’altro che una reazione contraria dopo il picco massimo di pessimismo raggiunto con la caduta delle borse europee martedì – più loro scendevano e più saliva la mia tendenza cinica e la voglia di cioccolato – e sono arrivata così alla conclusione che non si può sempre aspettare che ad aprirsi davanti a noi sia il portone principale, quello del lavoro perfetto o del contratto perfetto, perchè magari intanto che aspettiamo la porta nel retro si era gia aperta e noi immobili davanti al portone non lo potevamo sapere.

Queste metafore edilizie probabilmente derivano dalla mia attuale occupazione “Rilevatrice del censimentto Istat 2011”, ma se funzionano per riuscire a censire la popolazione di campagna possono servire anche a noi “giovani non più tanto giovani” per realizzare parte di quello che ci eravamo prefissati nella vita.

Anche a me talvolta l’istinto mi dice di tornare a casa a guardare la Tv quando percorro a piedi – perchè anche la mia macchina si è rifiutata di proseguire – una salita tutta disconnessa nel mezzo della campagna aretina, dove per intendendersi oltre agli abitanti potrei anche censire lupi e cinghiali. Ma a tentoni e grazie alla mia militanza giovanile nel Cai vado avanti fino a che l’istinto di nuovo dice ” panico paura ” quando in cima al poggio trovo l’unica casa isolata con 8 cani da guardia! Suono però il campanello e se non mi risponde nessuno prima di andarmene – perchè l’istinto dice “finisci oggi che qui non ci voglio tornare” – provo a fare il giro della casa per vedere se nel retro c’è qualcuno. E 5 volte su 10 qualcuno effettivamente trovo, gli faccio due domande e vado a casa stanca e contenta con in mano una caramellina Rossana che mi hanno gentilmente regalato.

Tutto questo girigogolo – che poi è la mia attuale vita – per dire che talvolta l’orgoglio, il pessimismo, la paura ci frenano nella vita dal provare realmente a ottenere quello che vogliamo.

Ci stanchiamo di suonare il campanello dopo la 3 volta che proviamo perchè in quel dannato portone nessuno ci risponde, ci siamo insomma un po’ disabituati a bussare e a rompere le scatole. La tecnologia che sembra rendere tutto così accessibile ci ha fatto un po’ dimenticare che non ci vuole per forza Alibabà e i 40 ladroni a dire “Apriti Sesamo” per aprire una porta.
La porta si apre alla 20esima volta, magari poi ti si chiude anche in faccia, ma almeno uno ci ha provato.

E la prova effettiva è stata la mia recente botta di fortuna. Esattamente due settimane fa dopo aver scoperto che in un concorso per un Master “gratuito” ero arrivata 13esima – ne prendevano 12 ah ah ah a – mi è arrivata la telefonata di uno dei responsabili che mi chiedeva di partecipare comunque perchè magari poi si liberava un posto.

La mia prima reazione è stata definiamo quel “magari” con una percentuale e “figuriamoci con tutto quello che ho da fare vado a perdere tempo nella speranza di…”.
Quindi convinta della mia decisione da “Donna che non può perdere il suo tempo, perchè il tempo è denaro ho accantonato l’idea”, almeno fino a che tornando a casa mi sono presa una bella infamata dalla mia cara mammina “Cecilia, se non provi non sai come va a finire”.

Nella mia testa mi dicevo ancora provare, provare ancora?????? Ma quando si finisce di provare???

Risposta: mai, non si finisce mai e meno che meno a 26 anni e quindi ho provato, per l’ennesima volta e a differenza delle altre ennesime volte dopo dieci giorni di prove………. tiè “Apriti Sesamo” sono entrata ufficialmente nel Master dei miei sogni.
Insomma il portone principale era chiuso, ma la piccola porta nel retro dopo un po’ si è aperta. Quindi rigirando il detto chiuso il portone si apre la porticina.
Tanto poi quando sei entrata nessuno ti chiede da dove.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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