E’ assai difficile credere che una ciocca possa aver vissuto un’avventura nel corso della storia e essere stata importante nel farci sapere di più su un personaggio così famoso, eppure è quello che è successo alla ciocca di capelli di Ludwig Van Beethoven. A londra nel 1994 dal catalogo di Sotheby alcuni musicologi americani acquistarono un medaglione di vetro di forma ovale firmato da Paul Hiller recante la dicitura che diceva: ” Questi capelli furono tagliati dal capo di Ludwig Van Beethoven da mio padre, Ferdinand Hiller, il giorno della morte del compositore, il 27 Marzo 1827 e mi furono donati come regalo di compleanno il 1 Maggio 1883 a Colonia”.
Partirono subito le indagini e le ricerche che consentirono non solo di risalire al viaggio fatto dalla ciocca attraverso due secoli ma anche alle precarie condizioni di salute e alle cause delle ossessioni del compositore.
Nell’800 era d’uso tagliare una ciocca di capelli come ricordo della persona defunta. Il giovane musicista Ferdinand Hiller si era recato a Vienna con il suo maestro di pianoforte J.N. Hummel ,amico di Beethoven che ,venuto a conoscenza che l’amico si trovava in fin di vita ,voleva rivederlo per l’ultima volta e riabbracciarlo. Il compositore era ormai allo stremo delle forze, costretto a letto e dialogava scrivendo su dei fogli di carta a causa della sua sordità. Dopo alcuni giorni il compositore morì e Hiller al suo capezzale tagliò la famosa ciocca di capelli e la portò a Parigi dove la fece incorniciare.Poco prima di morire Ferdinand donò il medaglione al figlio Paul che sappiamo lo fece restaurare nel 1911 da un corniciaio perchè probabilmente nel tempo il vetro si era rovinato. Dopo di che se ne persero le tracce per trentadue anni.
Sappiamo che Hiller era di origine ebrea. All’inizio degli anni Trenta del secolo scorso, i primi ebrei che iniziarono a lasciare la Germania furono proprio scrittori, pittori e musicisti e molti di loro si rifugiarono nella vicina Danimarca. In quegli anni si perdono le tracce della famiglia Hiller. Con grande probabilità la famiglia Hiller come le altre famiglie di artisti ebrei fu costretta a rifugiarsi in Danimarca, all’epoca molte persone del posto si adoperavano per accogliere e mettere in salvo i profughi ebrei. Un medico di Gilleleje ,un certo Fremming, fu sicuramente molto attivo in questo campo se anni più tardi il medaglione ricomparve nelle mani della figlia adottiva Michèle che avrebbe poi deciso di venderlo a Sotheby nel 1994. Sicuramente un profugo salvato dal medico glielo aveva donato per dimostrargli tutta la sua riconoscenza , dal momento che il medico, se in un primo tempo aveva dato assistenza ai profughi ebrei, in seguito, d’accordo con i pescatori locali ,si era adoperato anche per farli espatriare in Svezia clandestinamente.
Torniamo al 1994, quando la ciocca fu fatta esaminare dai suoi acquirenti.
Dalle analisi sui capelli risultò che a Beethoven nell’ultimo periodo della sua vita non era stata somministrata morfina, nonostante le atroci sofferenze che aveva dovuto sopportare; probabilmente l’aveva rifiutata per evitare di perdere lucidità e continuare a comporre musica? Non è facile spiegarsi ,infatti,come abbia potuto una persona superare una tale sofferenza e continuare a comporre musica così sublime. Durante tutto il Novecento gli studiosi di Beethoven avevano avanzato varie ipotesi sulla possibili cause delle sue numerose patologie e avevano cercato di spiegarne l’impatto sulla sua musica. La scoperta delle analisi effettuate sulla ciocca nel 1994 fu inaspettata e sensazionale.
Nei capelli di Beethoven la concentrazione di piombo era quarantadue volte superiore a quella di capelli normali. Prima che se ne scoprisse la dannosità , il piombo si trovava nelle condutture degli acquedotti, negli utensili da cucina, nelle stoviglie e veniva aggiunto persino nel vino , che Beethoven beveva in grande quantità ed aveva intossicato milioni di persone nel mondo. Gli effetti dell’avvelenamento da piombo(che provocano il saturnismo) sono stati ampiamenti studiati nel XX secolo. Un elenco dei sintomi clinici più comuni del saturnismo sembra essere la descrizione dei sintomi che tormentarono il compositore per tutta la sua vita: forti dolori addominali, gotta, reumatismi, emicranie, irritabilità,comportamenti bizzarri ,goffaggine dovuta a paralisi parziali dei muscoli di braccia e gambe,deficit visivo e perdita dell’udito.
Come non riconoscere tra questi sintomi anche gli atteggiamenti tipici di Beethoven, la sua famosa irritabilità, l’odio malcelato nei confronti di tutto e tutti e la sua consueta goffaggine nei movimenti?
Ciò che ci colpisce è che , nonostante le terribili delusioni e le sofferenze fisiche, egli abbia continuato,fino alla fine della sua vita, a comporre una musica che anche secoli dopo non avrebbe mai cessato di suscitare forti emozioni in milioni di persone in tutto il mondo. Ma non sono forse la delusione, la passione e la sofferenza a dar vita spesso all’arte? Certo è che dalla sua morte fino ad oggi non c’è stato periodo in cui la sua straordinaria musica non abbia toccato profondamente l’animo umano.
Claudia Faltoni