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Non solo musica: Chopin e la Ballata op.23 n.1

La vita di Chopin è nettamente disgiunta dalla sua produzione musicale, considerato che per poche sue opere è possibile indicare una circostanza compositiva o rintracciare un legame occasionale con la sua vita pubblica o privata. Le persone e tanto meno i luoghi sembrano averlo ispirato.

Gli scarsi riferimenti di alcune opere alla sua vita privata fatti da critici o dai suoi contemporanei , rimangono nel campo delle supposizioni. La sua musica non rispecchia mai la realtà esterna in un’oggettiva imitazione, ma la fa propria ,trasfigurandola in un linguaggio personale. Egli rimarrà sempre refrattario al concetto di “poesia musicale” alla base della nuova tendenza romantica. Colui che è l’emblema del musicista romantico si presenta quindi del tutto distaccato e in netta opposizione agli altri suoi coetanei esponenti del Romanticismo musicale. Ricordiamo la sua reazione negativa ai titoli letterari che Schumann cercò di dare alle sue Variazioni op.2 o il disappunto verso la Sand che parlava di ” armonia imitativa” relativamente a un suo Preludio. Così egli compose studi, preludi, mazurke, polacche, scherzi, ballate, valzer e improvvisi evitando accuratamente ogni riferimento extra musicale nelle titolazioni. Contenuto delle sue opere non è dunque la realtà esterna ,ma i sentimenti che la stessa evoca. ” Mi sarebbe più facile manifestare i miei sentimenti se potessi esprimerli con i toni musicali” egli dichiarava. Anche se la sua asemanticità sembra ricondurlo allo stile proprio del XVIII secolo , a ben guardare egli è il più “romantico” dei grandi compositori romantici dell’ Ottocento; se intendiamo “romantico” nell’accezione originale dei padri settecenteschi del movimento, Winchelmann e Schlegel, per i quali il termine era sinonimo di “musicale” e “musicale” di assoluto, cioe’ svincolato da mediazioni esterne e quindi immediatamente percepibile.

Per Chopin la musica è quindi il linguaggio dei sentimenti che sono solo eventualmente suscitati dalla realtà esterna e non ritratti realisticamente, ma trasfigurati in pura emozione dalla peculiare sensibilità del musicista. Il rapporto forma /contenuto è quanto mai stretto, è il contenuto emotivo che forgia a sua immagine la forma compositiva. Si può parlare, soprattutto per le Ballate, di uno “svolgimento” narrativo, non letterario, bensì emotivo, al pari di un susseguirsi di stati d’animo. Le radici della sua musica sono rintracciabili in due differenti milieu culturali: la sensibilità Biedermeier*(Hummel, Moscheles, Field) ,dalla quale egli eredita la semplicità della frase melodica, e il gusto per l’eleganza e la tradizione operistica italiana( Bellini, Rossini) dalla quale invece trae l’ampia cantabilità e il senso dell’ornamentazione. Ovviamente questi sono soltanto dei punti di partenza ai quali, negli anni, si sovrapporranno le peculiarità di uno stile esclusivo e irripetibile, con l’aggiunta della componente armonica che assumerà un valore sempre più eminente nelle sue composizioni. La stessa evoluzione si può raffigurare riguardo al modo di trattare la frase melodica, sottoposta al principio di variazione ornamentale. Chopin portò il processo dell’abbellimento melodico a livelli inediti, il cui risultato furono” quei piccoli gruppi di note surajoutées che cadono come goccioline di rugiada screziata sopra la figura melodica” (Liszt). Efflorescenze di note che sono fluttuazioni emozionali sempre più dense ad ogni apparizione della stessa frase melodica, come ad esprimere l’intensificazione emotiva.

Prima che Chopin pubblicasse la Ballata op.23 n.1 , che è la prima di quattro , il termine Ballata era stato associato a testi narrativi di argomento epico e alle composizioni vocali che ponevano in musica tali testi. L’artista utilizza per la prima volta tale termine per denominare una composizione strumentale di cui egli darà i primi e quasi unici frutti nella storia della musica. La scelta di un termine inedito per quanto riguarda la musica strumentale, calzava a pennello, in quanto tali composizioni non potevano essere ricondotte totalmente ad alcuna forma preesistente. Sono composte in gran parte da elementi della Sonata, ma anche dei Rondò e delle Variazioni. Egli creò una forma sua con elementi di estrema novità , nello stesso tempo tali creazioni rappresentano la summa della sua produzione musicale: la tecnica pianistica non è inferiore a quella degli Studi, la complessità strutturale è pari a quella delle Sonate, i momenti drammatici hanno la stessa intensità che troviamo negli Scherzi e gli episodi lirici hanno la delicatezza di quelli dei Notturni. Si è molto discusso se nel creare le Ballate avesse tratto spunto dagli omonimi componimenti lirici di Mickiewicz , come riportato da Schumann . Adam Mickiewicz , poeta romantico polacco, aveva pubblicato nel 1822 una raccolta di Ballate di carattere popolare , ispirategli dalla lettura dei massimi rappresentanti del Romanticismo tedesco, Goethe, Bürger e Schiller. In realtà tutti i tentativi di trovare delle corrispondenze tra le opere dei due artisti sono risultati vani ed inoltre, sapendo come Chopin fosse avverso alla musica ” a programma” e ai riferimenti letterari nelle opere musicali , possiamo ritenere che al massimo egli sia stato “stimolato” dal carattere romantico delle Ballate di Mickiewicz. Ciò che si presenta per la prima volta con le Ballate di Chopin è il dramma espresso con mezzi sonori, senza un testo come ispirazione, senza parole, un dramma spirituale espresso solo con la musica. Il senso narrativo delle Ballate viene reso con il tempo ternario 6/4 o 6/8 e in tutte vi è la contrapposizione tra un primo episodio narrativo e un secondo di carattere lirico, elaborati con una progressiva drammatizzazione degli elementi tematici.

L’Op. 23 n. 1 è un brano di difficile datazione. Il 30 Giugno del 1835 Chopin lo propose alla casa editrice Breitkopf & Härtel e nel Settembre del 1836 l’autore la suonò a Lipsia. Molti ritengono che l’ elaborazione sia stata piuttosto lunga e che la prima stesura risalga al 1830 o al 1831. Altri invece sottolineando come la complessa architettura non trovi riscontro in nessun altra composizione chopiniana anteriore al 1835, ritengono sia stata scritta in quello stesso anno. Sicuramente l’elaborazione fu piuttosto lunga. La dedica, al Barone di Stockhausen , ambasciatore di Hannover a Parigi era puramente formale, così come riscontriamo in tutte le composizioni di Chopin. La Ballata n.1 , tra tutte la preferita da Chopin, ha una struttura inconsueta; l’analisi formale e armonica ne evidenzia la spiccata simmetria che ha indotto qualche studioso a parlare di ” forma ad arco”. La struttura puo’ essere sintetizzata così: Introduzione, primo tema, secondo tema , primo tema e Coda, con diversi episodi di transizione. L’introduzione è un lento recitativo in tempo diverso da quello della Ballata vera e propria (4/4), che ricomparirà soltanto nella Coda. Sembra inizialmente affermare la tonalità di La bemolle maggiore, lontanissima dal Sol minore del primo tema( due tonalità si considerano tanto più lontane quanto più piccolo è il numero dei suoni che hanno in comune). Il primo tema ha carattere narrativo e andamento di Valzer lento, il tono è di profonda malinconia. Un episodio secondario via via più inquieto, che è la prova della genialità del compositore nel trasformare l’atmosfera musicale, porta alla prima enunciazione del secondo tema che è il vero elemento fondamentale della Ballata, lirico e disteso all’inizio, dopo un episodio di transizione si ripresenta appassionato e impetuoso. Dalla seconda esposizione del secondo tema scaturisce per contrasto un animato ” Scherzando” in movimento di Valzer rapido e leggero. Torna poi di nuovo il secondo tema questa volta carico di tensione emotiva e di drammaticità. La ripresa del primo tema sfocia in una Coda atematica, burrascosa(Presto con Fuoco) , che chiude tumultuosamente la Ballata.

Dall’ introduzione inconsueta e audace, attraverso il primo tema che è come un dialogo insistente tra una domanda e una risposta e il secondo tema che è un canto dolcissimo di un’intensità lirica straordinaria, dalla sonorità trasfigurata di sogno, continuando poi in uno svolgimento dove un tema si fa sempre più interrogativo e l’altro appassionato e cantabile, fino alla Coda infuocata e tumultuosa di estrema difficoltà di esecuzione. Indubbiamente una delle opere più esemplari dell’intero Romanticismo musicale.

* Biedermeier: il termine deriva dal nome di un personaggio letterario (Bieder= probo, Meier= cognome molto diffuso in Germania) che finì con l’impersonare l’uomo medio dell’età della Restaurazione, con i vizi e le virtù della media borghesia. Trasposto in ambito musicale venne a delineare una musica serena, colloquiale, salottiera e sentimentale.

Claudia Faltoni

Laureata in giurisprudenza, ha vissuto a Dubai. A Genova si è dedicata allo studio della storia della musica e alla recitazione. Il suo blog "NonsoloMusica" nasce con un nobile intento: tenere in vita la figura del 'critico' che assiste e gli eventi e li racconta offrendo il suo punto di vista ai lettori, una figura ormai scomparsa nella stampa web troppo spesso fondata sul copia-incolla. Oltre a questo troverete approfondimenti e curiosità in tema musicale

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