Pubblicità di Nespresso: il bel George ciondola in un locale, con la sua tazzina di caffè in mano, alla ricerca di un posto libero dove sedersi. Il posto c’è, finalmente, ed è accanto ad una donna (naturalmente magrissima, bellissima e con due metri di gambe) che se ne sta sola soletta ed ha appena finito il suo. George, molto gentilmente, si offre di prendergliene un altro e lei finge di non riconoscerlo. Senonché, appena lui si allontana a sufficienza, lei lo addita segnalando la sua presenza alle numerose donne (tutte copia e incolla con la protagonista) presenti nel locale. Risultato: lui resta bloccato dalle fans, lei può gustare in pace il caffè che il bel George aveva lasciato sul tavolino.
In un accesso di protagonismo, posso affermare che per il personaggio femminile si siano ispirati a me. Non nel fisico, intendiamoci, lì hanno preso un penoso abbaglio, ma nella necessità di trascorrere una pausa in tutta tranquillità. Mi spiego meglio: lei è una mamma, sempre di corsa tra scuole, piscina, compiti, lagne, pappe, sbucciature varie. Arrivato il momento del caffè (unico sacro, considerando che neanche al bagno si può esigere privacy) tenta di neutralizzare i figli, li blandisce con un gioco che possa intrattenerli per qualche minuto, prova a farli dormire, li esilia nella loro camera con emendamenti neonazisti, ma niente: l’attimo fatato è invariabilmente rovinato da pianti, capricci, richieste: mi scappa la pipì, devo vomitare, lui ha preso il mio gioco, voglio la tetta…
Quelli che potrebbero apparire dieci insignificanti minuti di tregua non vengono concessi e la mamma svarvola. Allora molla la prole al consorte ed esce, va nel primo bar disponibile (io avrei la bisca sotto casa) e… finalmente si bea con la tazzina calda tra le mani, ad occhi socchiusi, si ricarica (non ci vuole poi molto tempo) le batterie e la pazienza per tornare dai piccoli adorabili mostri. Ma arriva uno che vuole sedersi accanto e, quasi sicuramente, iniziare una conversazione più o meno generica o amabile (s’è rimesso a fare freddo, eh?, quest’anno la Roma va forte, o peggio: cosa fa una bella signora tutta sola, il marito che dice?). E no. Inaccettabile. L’escamotage è d’obbligo. Mi immagino il ritorno a casa e il commento al paziente consorte: “Oh, non ci crederai, manco al bar si può stare tranquilli: niente che poteva succedere, è arrivato George Clooney che mi voleva rimorchiare!”.