Per non farsi prendere troppo dalle cose del momento e dalla ormai consolidata abitudine collettiva di discutere solo sul quotidiano, cioè di scannarsi 24 ore su una cosa e la mattina dopo non ricordarsi niente, è salutare ogni tanto scorrere indietro gli articoli di Valdichianaoggi e ricercare i temi oggetto di dibattito nei mesi scorsi. Si scoprono cose meravigliose e sorgono domande del genere: “Ah, ma poi su ‘sta cosa che hanno fatto?“, “Ah, e poi com’è andata a finire?” riguardo a temi allora bollentissimi e poi, nel giro appunto di 24 ore o poco più, finiti nell’oblio.
Una delle scomparse più eccellenti, agevolata probabilmente dal delirio referendario che ci imprigiona da 3 mesi, è quella dei cosiddetti “matrimoni gay”, che in realtà in Italia sono “Unioni Civili“, cioè cosa molto differente dal matrimonio. Così, però, ce le hanno fatte percepire qualche mese fa, da un lato per presentare il “miracolo” e la rivoluzione copernicana della civilissima, modernissima e perfettissima Legge Cirinnà (do you remember???), dall’altro per profetizzare epocali disastri che sarebbero venuti di lì a poco, lesione di valori e costumi, sciagure, maremoti e cavallette.
Ripercorriamo i vari capitoli del teatrino:
1) la levata di scudi farlocca dei Sindaci destrorsi che assicuravano la loro obiezione di coscienza. “Non celebro matrimoni gay!!!“, poi corretto (visto l’errore) in “Non celebro Unioni Civili!!!“. Wow, che presa di posizione decisa! Poi, però, è bastato spiegare ai primi cittadini che lo dovevano fare per forza e che se proprio avevano scrupoli bastava delegare qualche consigliere comunale o un dipendente dell’anagrafe per far sbollire la cosa.
2) la vendita di fumo, sostanzialmente speculare, dei Sindaci sinistrorsi. “Bella la Cirinnà, bella l’Italia de Renzi, non vedo l’ora di poter celebrare un’Unione civile!”. Ok, bravo, brava. Ma poi che delusione… le prima Unioni civili sono arrivate (poche, comunque, molte meno del previsto), ma ‘sti Sindaci non si sono fatti neanche un selfie. Niente, neanche un post del cavolo su Facebook. E sta cosa, sinceramente, conoscendo l’abitudine di postare ogni stupidaggine e di cavalcare paraculamente qualsiasi cosa, suona parecchio strana. Come mai il grande ardore s’è spento? Mica sarà arrivata una qualche telefonata di qualcuno importante che ha consigliato un filino di moderazione in più? Boh…
3) il falso ruolo della stampa paladina dei diritti. Son partite subito le giornalate, anche perchè d’estate riempire le pagine è dura: “Questo Comune non si adegua! Abbiamo chiesto di poterci unire civilmente e c’hanno detto che non sanno nulla! Vergogna!!!“. Ma poi son bastate due righe di comunicazione sul sito comunale e due moduli messi on line e s’è sistemato tutto. Certo, non ci fosse stata la giornalata per sistemare le cose invece che 7 giorni ce ne sarebbero voluti 70, ma è evidente che nessuno nei Comuni voleva sabotare i diritti di nessuno, semplicemente aspettava di capire quello che doveva fare di fronte a una legge alquanto intricata (un po’ come il futuro art. 70 della Costituzione…) e a regolamenti attuativi e modulistiche che non arrivavano.
4) Ora non frega più nulla a nessuno. I fautori del punto 1 la loro sceneggiata vuota nei fatti, ma utile nella forma col proprio elettorato conservatore, l’hanno fatta e sono a posto. I fautori del punto 2 pure: la cosa “di sinistra” l’han detta, poi hanno evitato sceneggiate esagerate col molto più affascinante (per loro) elettorato moderato. I fautori del punto 3 sono contenti: estate sfangata e passiamo ad altro. E mò ci teniamo, tutti insieme appassionatamente, il punto 4.
L’essenziale, comunque, è che il diritto ci sia. Il resto è fuffa utile a passare le giornate, e chi sse ne frega…
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Caro Michele, hai ragione, è finito il dibattito sui matrimoni gay; e meno male! ora sono dati per acquisiti dalla pubblica opinione: sono una cosa "normale"; all'inizio sia i politici favorevoli che quelli contrari si sono battuti con dichiarazioni esagerate perché temevano il dissenso degli elettori o cercavano di conquistarne l'assenso, approfittando del tema per mantenere o consolidare la propria posizione, poi si sono accorti che la questione non incideva sulla loro posizione ed hanno smesso di parlarne e questo la dice purtroppo lunga su cosa orienta il loro agire; ma in conclusione siamo soddisfatti che venga riconosciuto il diritto alla libertà sessuale e auguriamoci che ciò apra la strada ad un ulteriore abbattimento dei mille (?) centomila pregiudizi che ancora condizionano il nostro pensiero e le nostre regole sociali.