In sintesi quattro ‘lezioni‘ che arrivano dalla contesa americana, vissuta in modo divertente dagli italiani. Anche stavolta per una notte ci siamo tramutati tutti in grandi esperti di Stati Uniti seguendo le estenuanti e sonnolente dirette dei vari canali Tv parlando di Vermont, Wisconsin o New Hampshire come se fossero luoghi a noi familiari. Il mio dilemma è se ad Hazzard abbia vinto Trump; chissà se la famiglia Duke ha spostato voti sulla Clinton, o se Boss Hogg ha prevalso con la sua linea meschina.
Ad ogni modo…
– Il potere logora chi ce l’ha. Otto anni di governo democratico, con la crisi nel bel mezzo, hanno inevitabilmente creato scontento e questo ha influito molto. Governare in tempi di crisi non paga, stare all’opposizione è facile e redditizio perchè permette di attrarre tutto il malcontento, anche senza bisogno di posizioni politiche tanto ragionate e tirando sempre al peggio. E così una certa America “tradizionale” che si è sentita esclusa negli anni di Obama ora ha ripreso il sopravvento, nel peggiore dei modi e professando le peggio cose.
– I sondaggi non sono attendibili. La gente si vergogna di esprimere posizioni estreme di fronte a uno sconosciuto che gli chiede cosa voterà. Si vergogna di dire che voterà per un tizio alquanto xenofobo, maschilista, affarista, ma poi nel segreto dell’urna lo vota.
– I media, giornali e tv, non contano più nulla. Erano tutti con la Clinton. Ma ormai i giornali, i siti di informazione seri, le reti all news, i canali tematici di politica sono patrimonio di piccole nicchie ed èlite. Il grosso della gente sta giornate sui social e vede quello che vuol vedere, fra cui tanti siti che diffondono notizie false, poi al massimo guarda la tv in canali senza i Tg, di quella roba che cucinano tutto il giorno o parlano di matrimoni. Quindi questa gente decide da sè, senza tanti condizionamenti, per sensazioni epidermiche, senza alcuna informazione su come stiano realmente le cose.
– Candidare ‘il meno peggio’ non paga più. L’unica vera sorpresa della lunghissima campagna elettorale è stata Sanders, cioè un vecchio socialista. Per poco non ce l’ha fatta a essere lui il competitor democratico. Ce l’avesse fatta avrebbe certo creato altri sentimenti, altro entusiasmo, altra partecipazione. Chissà, forse avrebbe fatto il colpaccio. E invece, con la Clinton stra-moscia che non piaceva a nessuno ma era ‘la meno peggio’, il colpaccio l’ha fatto Trump. Uno che non è il meno peggio, è IL PEGGIO. E mò ce lo teniamo.
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…
View Comments
No, il peggio era la Clinton, donna cattiva e corrotta.
Poi noi in Italia è meglio se si sta zitti; figurati abbiamo Renzi al governo.
Potremmo partire da lontano e meditare la lezione di F.S.Nitti all'indomani della grande guerra.Insieme con J.M.Keynes,Nitti intuì la necessità di approfondire il significato del nuovo rapporto transatlantico che essa aveva provocato.L'esposizione debitoria dei paesi "vincitori" nei confronti degli USA e la miope volontà francese di far pagare il conto alla Germania, conquistando così una effimera egemonia continentale , potevano combinarsi insieme e gettare il seme di una nuova guerra.In particolare ,in un libro del 1924:"La tragedia dell'Europa:che farà l'America?",possiamo trovare lucidissime anticipazioni di quello che poi sarebbe accaduto e la tematizzazione di un dilemma tuttora irrisolto.Come costruire un rapporto Europa - USA che eviti il servaggio dei primi e l'isolazionismo dei secondi.Purtroppo non abbiamo nulla di paragonabile a Nitti per ripensare i termini attuali del dilemma.Il capo del governo ha fatto una gita in nave a Ventotene,la scorsa estate,con gli eredi (altrettanto mediocri,ad onor del vero) di coloro che ignorarono Nitti e Keynes.Il tutto nel solito profluvio di parole vuote e nella più completa assenza di una degna e realistica difesa degli interessi italiani.Trump ha una sua linea sul rapporto transatlantico.Ed è il nuovo Presidente degli Stati Uniti.Cominciamo a ragionare su quella.
C'è una quinta cosa, secondo me importante e cioè il fatto che certa sinistra (?), sia in Italia che in Europa che negli USA, ha perso il contatto con il mondo reale e non rappresenta più gran parte del ceto medio (impoverito dalla lunga crisi economica) ne i giovani, che guarda caso hanno votato per Trump. Guardiamo le elezioni amministrative di giugno scorso, dove a vinto il PD ? Nel quartiere Parioli di Roma, roccaforte tradizionale del centrodestra e della ricca borghesia! Chi pensa che si vince con le lobby, i gruppi finanziari e della stampa o dei mezzi d'informazione in generale, si sbaglia. Ormai le elezioni nelle democrazie servono al cittadino, attraverso il voto, per dare una spallata all' establishment di turno. Sono convinto che ciò succederà anche in Italia, in parte è già avvenuto con le elezioni di giugno scorso. Ma come ben detto da Michele, la vera sorpresa è stata Sanders che con i suoi 70 anni ha portato al voto delle primarie migliaia e migliaia di giovani, operai e disoccupati, portando anche l'entusiasmo per una nuova politica sul lavoro e sull'economia, ma la Clinton lo ha messo da una parte, lo ha snobbato ed il suo elettorato è rimasto in parte a casa e un'altra parte ha votato la candidata Verde. Doriano
Sanders non poteva riuscire dove riuscì J.F.Kennedy.La cui designazione quale candidato presidenziale fu il risultato della "rottamazione" delle vecchia guardia roosveltiana del partito.Kennedy ed i suoi collaboratori,in particolare Schlesinger e Sorensen,avevano capito due cose:il potenziale dell'elettorato giovanile e la necessità di farlo identificare con una nuova reincarnazone del sogno americano.Scontrandosi con i vecchi "new dealers" ormai burocratizzati e corrotti:H.Long,R.Dahley,L.B.Johnson.Quest'ultimo entrò poi nel "ticket" elettorale, per non scoprire troppo a destra il partito.Il presidente emerito H.Truman,collaboratore e successore di Roosevelt,non amava granchè Kennedy.Lo accusò addirittura di aver manipolato le primarie.Con tutto quello che è successo da allora e tenuto conto,con tutto il rispetto,che Sanders non aveva il fascino di Kennedy ( e magari lo sapeva),i democratici avrebbero potuto,forse, coprirsi a sinistra proponendolo come vicepresidente della Clinton.Magari egli ha posto delle condizioni che la macchina del partito ha giudicato troppo rivoluzionarie.Figuriamoci.Mi sembra interessante riflettere sulla difficoltà di affermare nuove dirigenze ,in partiti più che mai decaduti a comitati d'affari.In Italia lo stato dell'arte non mostra condizioni migliori.