Il sipario del Teatro Signorelli si apre sulla nuova stagione teatrale con un monologo di Fabrizio Bentivoglio che, nei panni del professor Ardeche , insegnante di francese in una scuola media inferiore della periferia di Tolosa, è il protagonista de “L’ora di ricevimento” di Stefano Massini, per la regia di Michele Placido.
25 minuti di un assolo in cui il professore presenta la sua classe multietnica. ” 26 occhi in una scatola di intonaco”.
Cinico, disincantato, indurito dalla sua esperienza trentennale di insegnante “di frontiera”, Ardeche considera il vero trionfo, di ogni anno scolastico, portare i suoi allievi a fine anno senza perderne nessuno. Sullo sfondo della sala ricevimento dove, ogni giovedì, incontra i genitori dei suoi allievi dalle 11.00 alle 12.00, una vetrata e un albero che scandisce lo scorrere delle stagioni.
Quello che Stefano Massini racconta in questo testo di respiro europeo e di grande attualità,è una società, quella Occidentale, attraversata da incontri e scontri tra diverse culture, impreparata, a partire dalla scuola, ad accogliere e accettare culture diverse, diversi credi religiosi fino al punto di non riuscire a organizzare un pranzo per la gita scolastica che tenga conto delle diverse esigenze alimentari di ebrei musulmani induisti.
E l’intolleranza verso l’altro non è solo prerogativa occidentale. Nella sala professori, dove ogni giovedì il professor Ardache incontra padri e madri dei suoi alunni, passano genitori francesi che, a inizio anno, si raccomandano col professore affinchè i figli non siano seduti nel banco con un musulmano o un ebreo ma anche un padre musulmano che si rifiuta di parlare francese .
Un esempio di instant-theatre, di teatro che fotografa la realtà, quello di Stefano Massini, quarantenne drammaturgo fiorentino, e della piece “L’ora di ricevimento”, che trova nella regia di Michele Placido la sua perfetta espressione .
Fabrizio Bentivoglio, incanta il pubblico del Signorelli che lo segue, in religioso e partecipato silenzio, per quasi due ore.
Un silenzio “attento”, di quelli che raramente si sono “sentiti” al Signorelli di Cortona.
“Generazione Herasmus”, come lui stesso si definisce. Apprezzato in tutta Europa, tradotto, messo in scena e anche pubblicato oltralpe, dove ancora “si legge” il teatro, Massini l’Europa ce l’ha nel DNA e la racconta nei suoi spettacoli invitandoci ad una comune riflessione su una società, occidentale, in affanno sui tempi.
Attualmente, Stefano Massini è consulente artistico al Piccolo di Milano, successore del grande regista Luca Ronconi, morto lo scorso febbraio 2015 proprio durante le repliche di “Lehman Trilogy” un altro capolavoro del giovane scrittore fiorentino. Alla scuola di Ronconi, Stefano Massini si è formato, per almeno un decennio, a partire dal 2003.
Per concludere…una curiosità su Stefano Massini, che sa più di “gossip” che di informazione!!
Il giovane drammaturgo fiorentino si i è formato al Liceo Dante, lo stesso dove ha studiato il nostro Premier Matteo Renzi, suo coetaneo.
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