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Libertè, egalitè e Mbappè, la bella Kolinda, la Gioconda e la baguette. Tutto questo e molto altro nella finale mondiale

La Nazionale che noi italiani ( quasi ) tutti temevamo potesse vincere il Mondiale alla fine l’ ha vinto. Fortuna? Può darsi, ma ricordiamoci anche come lo vinse la Nazionale Azzurra nel 2006. Bravura? Sicuramente, perché non si vince un Mondiale se non si hanno giocatori bravi, e la Francia ne ha a bizzeffe. Ascelle sudate e parti intime maleodoranti che hanno fatto allontanare i giocatori avversari, facilitando il gioco francese? Non è da escludere. Tutto sta che il motto di dodici anni fa che qui vedete in questa foto, adesso si è ribaltato in “ Libertè, egalitè, Mbappè “, con buona pace nostra. E’ vero, potremo deriderli perché non hanno il bidet, perché portano la baguette sotto le ascelle in qualsiasi periodo dell’ anno, anche il 15 agosto alle due del pomeriggio, li derideremo perché hanno cento salsine di colore diverso ma tutte dallo stesso sapore, li prenderemo in giro perché sono caduti i due motociclisti e perché hanno sbagliato a disegnare in cielo la bandiera francese, però hanno vinto il Mondiale al quale noi non eravamo presenti. L’ Italia, calcisticamente, era presente solo con Alfred Gomis, portiere dalla doppia nazionalità italo – senegalese, pensate un po’ che soddisfazione …….. tutti ( quasi ) abbiamo sperato che i francesi uscissero con l’ Argentina, ma uscire con quest’ Argentina sarebbe stato come uscire con la Svezia …. e allora, forza Uruguay, ma la squadra del commovente Tabarez ( …… ) era senza il suo pezzo da novanta, Cavani, El Matadorrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr, come dice Sandro Piccinini ….. e allora, forza Diavoli Rossi del Belgio, avete eliminato il Brasile, la squadra col campione di tuffi Neymar ( ………. ), vi potranno fare paura i galletti francesi? Eh, purtroppo hanno fatto paura, mentre dall’ altra parte del tabellone, una piccola Nazione, indipendente da oltre ventisette anni, di poco più di quattro milioni di abitanti, si faceva spazio e si faceva breccia nel cuore di tanti tifosi prima strapazzando l’ Argentina e poi, con fatica ma con merito, superando Danimarca, i padroni di casa russi e gli inventori del calcio inglesi ( …….. ) ed arrivando oggi a giocarsi la finale contro coloro che non hanno il bidet, ma hanno la Torre Eiffel, contro coloro che portano la baguette sotto l’ ascella, forse sotto tutte e due per insaporirla ulteriormente, ma hanno l’ Arc du Triomphe, contro coloro che hanno avuto sempre la puzza sotto il naso verso noi italiani, ma che hanno vinto il Mondiale …. Ebbene sì, la favola croata si è interrotta qua, ad un passo dal trionfo e per i prossimi quattro anni saremo lo zimbello dei francesi che, probabilmente, ci ruberanno, dopo la Gioconda, anche il celeberrimo “ popopopopopopooooooooooooooooooooooooooo “ . Se poi, oltre a tutto questo, ci volessero non rubare, ma copiare i bidet, farebbero una cosa buona e giusta. Io, sinceramente, per chi ho tifato? Per nessuna delle due in particolare anche perché, non essendoci l’ Italia, per me che questo Mondiale lo vincesse Panama o l’ Inghilterra non mi avrebbe cambiato l’ esistenza, però non vi nascondo che se avesse vinto la Croazia, sarei stato ben contento di vedere esultare la bella Presidentessa Kolinda, che aveva tanti bei perché, al contrario di Macron. Ps per chi non lo avesse capito, Kolinda non è quella bella ragazza dalle forme formose che si vede scorrazzare per le spiagge di non si sa dove con un mini bikini, cari maschietti arrapati, ma è ugualmente una gran bella donna.

Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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