Il piccolo popolo degli amanti della letteratura ha il dovere di riconoscere un tributo di gratitudine a Keller Editore per avere pubblicato il libro che oggi vi propongo. Si tratta di “Partenza e ritorno”, romanzo autobiografico che racconta la giovinezza dell’autore Gyorgy Konrad. Immagino che a molti di voi questo nome non dirà granché e questo è grave, ma non posso farvene una colpa.
No, la responsabilità è tutta delle grandi case editrici che, chissà perché, non hanno mai espresso il giusto interesse per la letteratura dell’Europa Orientale che invece, non solo a mio parere, è una delle più ricche e feconde del vecchio continente.
Allora, chi è Gyorgy Konrad? La risposta è semplice, anzi direi addirittura scontata. E’ il più importante scrittore ungherese vivente, ma in realtà questo non è ancora abbastanza, perché è anche giornalista e sociologo di caratura internazionale, non solo: è stato presidente del Pen Club internazionale e ha ricevuto il Premio Internazionale per la Pace.
Dopo avere conosciuto da ragazzo la tragedia del Nazismo, fu perseguitato ed incarcerato durante la dittatura comunista ed è stato costretto a vivere per lungo tempo all’estero, fino a quando, dopo la caduta del Muro di Berlino, è tornato in patria per impegnarsi in prima persona nella ricostruzione democratica ungherese. Insomma, per farla breve, possiamo tranquillamente affermare che si tratta di un intellettuale a tutto tondo, dotato di una personalità profonda e dalle multiformi sfaccettature.
Ecco per quale motivo dicevo all’inizio che dobbiamo essere grati a Keller Editore per averlo riscoperto e perché ritengo che sia grave che, per colpa della superficialità delle nostre major librarie, i lettori italiani lo considerino in gran parte un emerito sconosciuto.
Dopo tutto questo, mi auguro vivamente che qualcuno di voi voglia leggere “Partenza e ritorno”, io per parte mia posso solo aggiungere la garanzia che in queste pagine troverete tutta la forza della straordinaria esperienza umana di un grande scrittore.