Da qualche tempo ho preso l’abitudine di pubblicare sulla mia pagina FB alcuni suggerimenti librari, prevalentemente di narrativa. Ho chiamato questo spazio (che propongo 2-3 volte al mese) “L’angolo del bibliotecario” per significare che non è mia volontà arrogarmi l’immeritato titolo di critico letterario e che si tratta solo di un innocuo divertissement intellettuale senza pretese.
Perciò quando Michele (l’egregio Direttore di Valdichianaoggi) mi ha chiesto di riportare queste mie note letterarie all’interno della sua testata, ho accettato con un po’ di stupore.
Le poche regole che mi sono imposto sono le seguenti: suggerire solo libri che rispondono ai miei gusti (non per superbia, ma molto più banalmente perché non leggo quelli che non mi piacciono), privilegiare le Case Editrici piccole o medie che lavorano seriamente in mezzo a tanti problemi di promozione e distribuzione (le grandi Case Editrici sono già fin troppo conosciute e sponsorizzate), proporre autori italiani e stranieri di valore che magari sono idolatrati dagli addetti ai lavori e dai cosiddetti “lettori forti” ma risultano ancora poco conosciuti al grande pubblico e infine evitare accuratamente di parlare di editoria a pagamento (quella che in inglese si chiama significativamente Vanity Press) che è a mio giudizio una vergogna del panorama culturale nostrano e che personalmente aborro con tutte le mie forze (se volete, potete liberamente dissentire). E ora cominciamo e siccome ho preso spazio per la premessa sarò particolarmente breve nella proposta.
Oggi suggerisco un’incursione nel catalogo delle Edizioni Nottetempo, piccolo e raffinato editore indipendente, per parlare di quella che è una vera e propria chicca: NELLA QUIETE DEL TEMPO di OLGA TOKARCZUK. In sintesi, a mio modesto parere, si tratta dell’opera più significativa di quella che è probabilmente la scrittrice polacca vivente più amata in patria.
Dal risvolto di copertina: “Prawiek è un villaggio situato al centro dell’universo e protetto da quattro arcangeli, che ne vegliano i confini. Ad abitare le sue valli e ad allevare carpe nei suoi stagni, ci sono personaggi bizzarri come carte dei tarocchi: il vecchio Bosky che, appollaiato su un tetto, sogna di distruggere d’un soffio tutto ciò che vede; il castellano Popielski, che passa la vita a giocare ad un misterioso gioco da tavolo; Spighetta, che ha occhi capaci di arrivare all’anima degli individui; Ruta, che sa riconoscere il suono del cuore della terra e Genowefa, che sa muovere il mondo girando la manovella di un macinacaffè. Mentre nelle loro vite si agita la storia inquieta del Novecento, sopra a ciascuno sta un Dio vanitoso ed egoista, che ha dato avvio alla creazione per noia e si è stufato degli uomini.“
Buona lettura.