L’Angolo del Bibliotecario, ‘La forma fragile del silenzio’ di Fabio Ivan Pigola

Il libro di cui ho scelto di occuparmi oggi non è del tutto in linea con le mie preferenze abituali. Si tratta infatti di un romanzo di formazione dalla trama tenue e delicata che ha per protagonista un tipico adolescente dei nostri tempi al quale capita la disgrazia di essere colpito da una malattia degenerativa dell’udito. E’ un ragazzo come tanti, amante della musica e dei rapporti di amicizia sincera, che si trova d’un tratto a dovere affrontare la consapevolezza che la sua percezione del mondo è destinata a cambiare radicalmente e ad essere mutilata di uno dei sensi principali.

 

Di solito, dicevo, non amo questo genere di storie perché tendono facilmente a scivolare sia stilisticamente che concettualmente verso il registro del patetico, cercando una facile commozione stereotipata ed evitando di scavare nella psicologia dei personaggi che invece, per essere letterariamente apprezzabili, devono essere costruiti in maniera screziata, con luci ed ombre, così come sono le persone in carne ed ossa nella realtà.

In questo caso però l’autore è riuscito miracolosamente a non incorrere in questo errore così comune, tanto è vero che ciò che più colpisce del protagonista del libro è proprio la sua capacità di affrontare il dolore con gli occhi asciutti. Egli sa che l’handicap si approssima all’orizzonte e sceglie di affrontare la sua vita quotidiana con rinnovata attenzione, apprezzando e memorizzando dentro di sé le sensazioni e soprattutto i suoni che presto non potrà più avvertire. Lo fa con semplicità, senza sbandierare alcun eroismo, traendo energia da tutto ciò che ama.

Insomma, un cammino coraggioso verso il silenzio che incombe, ma anche verso un’esistenza che si dispiega attorno a lui con le emozioni e le avventure della giovinezza, quelle che hanno segnato la crescita di ognuno di noi nella complicata ed impervia salita fino alla conquista dell’età adulta.

Tutto questo, come ho avuto modo di dire all’inizio, viene narrato con uno stile ed una forma che sono fragili e sottili come l’equilibrio sotteso alla vicenda umana del protagonista. Una scrittura fatta di un’eleganza semplice e distesa che culla il lettore esattamente come il blues leggendario sul quale il racconto affonda le sue radici.

Andrea Vignini

Da qualche tempo ho preso l'abitudine di pubblicare sulla mia pagina FB alcuni suggerimenti librari, prevalentemente di narrativa. Ho chiamato questo spazio "L'angolo del bibliotecario" per significare che non è mia volontà arrogarmi l'immeritato titolo di critico letterario e che si tratta solo di un innocuo divertissement intellettuale senza pretese. Le poche regole sono le seguenti: suggerire solo libri che rispondono ai miei gusti (non per superbia, ma molto più banalmente perché non leggo quelli che non mi piacciono), privilegiare le Case Editrici piccole o medie che lavorano seriamente in mezzo a tanti problemi di promozione e distribuzione, proporre autori italiani e stranieri di valore che magari sono idolatrati dagli addetti ai lavori e dai cosiddetti "lettori forti" ma risultano ancora poco conosciuti al grande pubblico e infine evitare accuratamente di parlare di editoria a pagamento

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Andrea Vignini

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