Per la terza puntata di questa rubrica ho deciso di riportarvi un po’ indietro nel tempo, precisamente al 2013, quando Giovanni Cocco col suo romanzo “La Caduta” edito da Nutrimenti sconvolse il panorama letterario italiano. Si trattava di un’esordiente assoluto, pubblicato da una Casa Editrice che non rientrava nel ristretto novero che domina da sempre l’immobile mercato librario nostrano, eppure si impose immediatamente a pubblico e critica e, trasportato dal passaparola, fu addirittura selezionato per il Premio Campiello.
Il libro, come ha raccontato lo stesso autore in diverse interviste, era stato precedentemente rifiutato per ben 32 volte, dimostrando di nuovo, qualora ce ne fosse ancora la necessità, che anche all’intoccabile casta sacerdotale degli editor può capitare di sbagliare. Come sempre accade, da quel momento in poi si spalancarono al suo autore le porte della grande editoria, tanto è vero che il suo secondo romanzo “Il bacio dell’Assunta” (molto meno incisivo del primo, a dire la verità) uscì l’anno successivo per i tipi di Feltrinelli.
In effetti “La Caduta” è un’opera del tutto sui generis almeno per le nostre latitudini, con un solido progetto alle spalle e una altrettanto solida capacità di documentazione storiografica che pure non lo appesantisce, anzi lo rende ancora più intrigante.
“Il libro racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nostro secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e all’Apocalisse di S. Giovanni e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o trovare la redenzione.”
Se vi guarderete intorno non potrete fare a meno di constatare che queste pagine raccontano con inesorabile lucidità proprio il tempo che ci è toccato in sorte di vivere.
Buona lettura.
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