“Gaia è bella, egocentrica e infelice. Un giorno di novembre torna nella città in cui ha studiato, dopo un’assenza di dieci anni. A Pisa niente sembra cambiato, invece è cambiato tutto. Gaia ritrova gli amici di una volta e il suo amore dei tempi dell’università; ma a dividerli ci sono, ora, gli anni passati lontani e la morte di una compagna di studi, Virginia, avvenuta in circostanze oscure.
L’inchiesta sul misterioso suicidio si snoda fra le vie della città e i collegi della Scuola Normale, fra ricordi sepolti e ossessioni che vengono alla luce.”
Quando mi è capitata sotto gli occhi questa breve sinossi, non ho potuto evitare di esserne incuriosito soprattutto per il fatto che la storia narrata trova la sua ambientazione a Pisa e per la precisione lungo i corridoi e dentro le aule della Scuola Normale, con cui Cortona, come è noto, conserva da anni rapporti culturali e di amicizia che ovviamente hanno coinvolto anche il sottoscritto, soprattutto in ragione del mio passato da amministratore pubblico. Quando poi, leggendo le note biografiche dell’autrice, ho scoperto che essa in effetti si è laureata proprio in quella prestigiosa università toscana, ho capito che non potevo esimermi dal leggere e recensire questo agile testo recentemente stampato da Voland Edizioni.
Per coloro che sono prigionieri delle definizioni e dei generi dico subito che si tratta di un giallo e che questo mi impedisce ovviamente di dire di più su una trama che inevitabilmente si fa sempre più misteriosa pagina dopo pagina, ma voglio anche aggiungere che in esse la dimensione psicologica e la forza dei sentimenti svolgono un ruolo fondamentale.
Amore e amicizia sono i due veri motori della narrazione e la loro funzione, alternativamente creatrice e distruttrice, rappresenta l’humus nel quale affondano e si nutrono le radici della vicenda e dei suoi protagonisti.
La forza dei ricordi e i legami ossessivi fatti di conflitti e di rancori mai sopiti faranno sì che i protagonisti del racconto attraversino un doloroso viaggio che parte da un passato comune per giungere infine a conquistare un’amara quanto necessaria consapevolezza.
Tutto questo viene delineato attraverso l’uso di uno stile che passa velocemente dalla poeticità all’asprezza, sfiorando la commozione sul tempo che fugge, ma restando nondimeno sempre con gli occhi asciutti e servendosi infine di una lingua essenziale, insieme dolce e tagliente, nella quale riecheggia la grande lezione dei classici.
Insomma, un esordio letterario di tutto rispetto per questa giovane autrice che vi consiglio di leggere..
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