Confesso di avere una vera e propria predilezione per le copertine della Casa Editrice Nutrimenti di Roma: eleganti, raffinate e nello stesso tempo con un collegamento evidente ed esibito con l’inchiostro e la scrittura a mano, tracce residue di un tempo in cui la letteratura era anche solitudine e pensoso silenzio. Forse anche per questo ho deciso di parlare del ritorno alla narrativa di Ezio Sinigaglia, uno scrittore che esordì, purtroppo in sordina, nel lontano 1985 con “Il Pantarei”, metaromanzo sul romanzo novecentesco che raccolse ottime critiche, ma troppo pochi lettori.
Oggi torna in libreria, per i tipi appunto di Nutrimenti Edizioni, con un racconto lungo (o se preferite romanzo breve) la cui caratteristica principale è la notevole qualità della lingua e dello stile.
E’ la storia di una resa dei conti, di un definitivo ed inaspettato appuntamento chiarificatore col passato. La trama (di cui come sempre darò conto in conclusione) si svolge su un palcoscenico estremo ed evocativo che assurge a simbolo di un’esistenza al tramonto e questo contesto aspro e gelido è ideale corrispettivo di una scrittura asciutta ed essenziale in cui le parole si incastrano l’una con l’altra in una sorta di diadema di ghiaccio.
L’eclissi che dà il titolo al libro è insieme reale e metaforica, fatto oggettivo e scontro interiore e soggettivo, attorno al quale si muovono personaggi ruvidi e cordiali insieme, tratteggiati con pennellate veloci eppure credibili nella loro semplicità primordiale, confinati in un’isola di scuro basalto che è prigione, ma anche luogo di risoluzione esistenziale nella vita del protagonista.
“Eugenio Akron, architetto triestino, arriva su una sperduta isola nordica per assistere all’eclissi totale di Sole, attesa per il giorno dell’equinozio di primavera. È quello che considera il suo ultimo viaggio, un regalo di compleanno anticipato per i suoi settant’anni, un’estrema emozione strappata alla quotidianità. Ad accoglierlo è la natura ruvida di un popolo abituato a convivere con la scura solennità delle rocce e la vastità dell’oceano: una donna austera gli affitta una camera, un arcigno pescatore gli offre la sua barca per osservare l’eclissi dal mare.
Tuttavia, tra i forestieri accorsi per l’evento, Akron s’imbatte in un’eccentrica vedova americana, Mrs Clara Wilson, che gli impone, con garbata energia, la sua presenza. L’inattesa complicità che si instaura fra i due fa riaffiorare nella memoria dell’uomo un ricordo del passato, un nodo irrisolto che troverà soluzione soltanto fra le tenebre dell’eclissi.”
Buona lettura.