Mario Benedetti è uno scrittore uruguaiano, scomparso nel 2009, che amo molto e di cui infatti mi sono già occupato anche in questa rubrica. L’editore Nottetempo ha pubblicato nel 2014, con ottimi riscontri a quanto mi risulta, quello che è universalmente considerato il suo capolavoro (o comunque il suo romanzo più noto) e cioè La Tregua.
Oggi ci riprova con un altro piccolo gioiello: Chi di noi, che di sicuro non potrà passare inosservato a tutti coloro che amano la letteratura vera, quella che indaga le pieghe recondite dell’animo.
In queste pagine torna il miglior Benedetti con la sua lingua nitida e tagliente e con una trama che serve a penetrare, come una lama nel burro, dentro le nostre contraddizioni sentimentali.
E’ chiaro che per dire qualcosa di nuovo sull’amore bisogna essere per forza un poeta. Il nostro autore ci riesce, collegandolo alle angosce esistenziali tipiche dell’uomo moderno, inserendolo come una leva potente tra le insufficienze, le incoerenze e i silenzi di quest’epoca che ci è toccato in sorte di vivere, perché come dice un altro grande poeta “…Codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.
Tra i tre protagonisti, Miguel, Alicia e Lucas è senz’altro il primo che svolge la funzione di motore del racconto ed è anche uno straordinario esempio di antieroe contemporaneo. E’ quello che potremmo chiamare, prendendo in prestito la famosa definizione di Musil, un uomo senza qualità, o almeno lui si ritiene tale, giungendo a considerarsi addirittura indegno di essere amato. Così sceglie di consegnare sua moglie ad un altro, nella convinzione che questo possa farla finalmente felice. Quello che per Alicia e Lucas si annuncia come un lieto fine (anche se in realtà non lo sappiamo con certezza ed è anzi lecito dubitarne) avviene dunque a discapito di Miguel che si autocondanna alla solitudine e all’oblio.
Un classico triangolo amoroso tra due uomini e una donna che sembrano amici inseparabili e in cui però uno dei lati, quello appunto rappresentato da Miguel, regge il peso dell’intera costruzione e il cui sacrificio, apparentemente volontario, svela in maniera dolorosa le debolezze di tutti. I tre infatti raccontano la stessa storia ma con accenti, sfumature e infine anche interpretazioni completamente diverse, perché anche la realtà è inconoscibile e, in ultima analisi, è affidata solo alla percezione di ogni singolo essere umano.
Buona lettura
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