VEDI LE FOTO (di Andrea Migliorati)
Per l’ultima puntata dell’Amica dell’Araldo, quella col pagellone post-Saracino, ho aspettato una giornata intera. Per dare giudizi e opinioni è sempre meglio farlo a mente fredda, soprattutto per una quartierista che per quanto cerchi di essere super partes mantiene vivo un cuore giallo-cremisi. Vabè…tutto si è svolto in modo regolare e anche veloce, con i classici 8 tiri, senza necessità di spareggi.
Con un 9 si è aggiudicato la lancia d’oro il quartiere di Porta Sant’Andrea. 9 è anche il voto che darei agli organizzatori della Giostra, perchè tutto ha funzionato bene e il successo di pubblico non è mancato, confermando che la Giostra è un orgoglio per Arezzo e si finanzia praticamente da sola, col suo blasone e il suo fascino che spero di aver trasmesso almeno un po’ ai miei lettori, certamente più chianini che aretini e perciò, forse, avulsi finora dal Saracino
Ma passiamo ai miei voti:
Daniele Gori (Porta del Foro), 2. Come il misero punteggio da lui marcato. Il cavaliere è apparso subito nervoso, doveva essere il tiro della sua “carriera” e l’ha fallito. Poco contano, a mio avviso, i disturbi da parte di altri quartieristi: un cavaliere deve dimostrare la propria qualità e bravura indipendentemente dai fattori esterni. Difficile dal tiro effettuato capire quale fosse la strategia del capitano di Porta del Foro, spero che la scelta fosse quella di puntare al 5, ma non lo sapremo mai. Deludente.
Stefano Cherici (Porta Sant’Andrea), 10 . Il Bricceca non ha deluso le attese, servivano da lui delle risposte, mancate negli ultimi anni. Non ha mancato l’appuntamento con il Buratto, marcando punti 5, l’unico 5 di questa Giostra e momento fondamentale per la vittoria del suo Quartiere. Strepitoso.
Gianmaria Scortecci (Porta Santo Spirito), 8. Dopo il triplete non potevamo pretendere ulteriori miracoli dai due giostratori giallo-blu, anche se la carriera di Scortecci è stata sicuramente una tra le migliori da lui effettuate nella sua pur breve carriera. Un quattro vicinissimo al cinque, che fa ben sperare per le prossime giostre. Il sorriso rassicurante dell’allenatore Martino Gianni ha dimostrato che il compito è stato svolto egregiamente. In crescita.
Carlo Farsetti (Porta Crucifera), 2. Anche lui merita un voto corrispondente al punteggio marcato, ben più sorprendente (in negativo) di quello di Gori. Un due netto senza attenuanti: anche lui chiamato a un riscatto ha mancato l’appuntamento. Sicuramente non sarà perdonato dai sostenitori rosseoverdi: urge trovare una soluzione per ricompattare il quartiere. Ingiustificabile.
Stefano Mammuccini (Porta del Foro), 6. Un voto di incoraggiamento visto che è difficile giudicare la sua prestazione. Scende in lizza per la prima volta nella sua vita, sapendo già che il suo Quartiere è fuori dalla lotta. Il due di Gori lo ha messo Ko. Lui, in questa situazione mentale certo non semplice, fa quattro. Oscurato.
Enrico Vedovini (Porta Sant’Andrea), 9. Poteva sicuramente osare di più, il suo 4 di sicurezza è stato probabilmente un “ordine” del capitano, ma Enrico poteva arrivare al 5 senza problemi. Aveva senso, però, rischiare? Visto il risultato finale direi di no: il 4 è bastato a portare la lancia in Piazza San Giusto. Accondiscendente.
Elia Cicerchia (Porta Santo Spirito), 8. Anche lui artefice della straordinaria triplete con una serie che pareva interminabile di 5 si è fermato, si fa per dire, al 4. La sua è stata una carriera bella e lineare, senza sbavature ma che lo ha riportato alla normalità, rimandando l’appuntamento con la storia. Umano.
Alessandro Vannozzi (Porta Crucifera), 7. Anche lui come Mammuccini, è arrivato al pozzo già “perdente” con una sola possibilità residua per vincere: spezzare la lancia, impresa difficile ma non impossibile, ma che assomiglia un po’ a una puntata alla roulette. Nonostante il colpo forte e potente la lancia è rimasta intatta. Un 4 che non è servito al quartiere, ma ha dimostrato che Vannozzi c’è, dall’alto delle sue 40 giostre corse. Offuscato.