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La tragica piaga del liscio in playback alle feste paesane

Visto il clima ancora piacevolmente estivo mi si conceda una digressione ironica buona però per mettere in luce una realtà amara che prende sempre più campo. Andiamo per ordine. Come è noto a noi chianini la festa paesana (come pure quella di partito) ormai da molti anni rispetta un canone imprescindibile nella sua programmazione: a fianco della pappatoria socializzante vi sono sparuti spazi concessi ad attività “culturali”, piacevoli momenti di solidarietà, qualche spettacolo comico di fenomeni locali e poi la disciplina regina: il ballo liscio

 

Proprio il ballo liscio è il cardine imprescindibile, l’elemento senza cui una sagra non sarebbe una sagra, il necessario e richiestissimo suggello.

D’altra parte nel liscio siamo i maestri e il proliferare di scuole di ballo, utile passatempo per tanti “diversamente giovani” nelle serate invernali, ha rinvigorito questa passione nazionale creando nuovi eserciti di adepti pronti a tutto pur di non perdere un appuntamento in cui mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti. Il liscio d’altronde è divertente, piacevole, salutare e ballarlo in coppia fa bene alla coppia stessa riaccendendo vecchie passioni e sintonie.

Peccato però che le orchestre italiane, più o meno grandi e più o meno blasonate, stiano sempre più cedendo a un demone: il playback

 

Di questa cosa, pur essendo un musicista dilettante, non mi ero reso conto finchè qualche anno fa un amico, che suonava ogni tanto in un’orchestra di liscio, mi rivelò la scottante realtà che alcune parti strumentali non erano suonate dal vivo, ma mandate in onda insieme agli altri strumenti attraverso il mixer. Insomma: non tutto quello che usciva dagli altoparlanti ero suonato.

Il motivo era logico: bisognava suonare per tante ore, l’errore ci poteva stare e gli arrangiamenti erano molto complessi. Troppo per orchestre composte da sei, sette elementi al massimo. Per certi pezzi sarebbe servita la fisarmonica, la tromba, il violino, il trombone e certo non si poteva creare mega-orchestre di 12 elementi, perchè poi il guadagno si sarebbe dovuto dividere in troppe persone e sarebbe quindi stato pochissimo. Ecco quindi che, mantenendo dal vivo i vari strumenti, voci comprese, si facevano delle ‘aggiunte’ (anche nella parti di batteria, per esempio) utili a rafforzare il suono e aiutare i musicisti

Ponendo attenzione ai dettagli mi resi conto che tutto ciò era vero: alcune orchestre utilizzavano sprazzi di playback.

 

Il fenomeno però è notevolmente peggiorato negli anni e proprio in questi giorni, in vari luoghi, al fianco di alcune orchestre che ancora suonano davvero m’è capitato di vedere situazioni al limite del grottesco. Il playback per alcuni non è più un elemento secondario e ‘di rinforzo’, ma un cardine pressochè totale. Non è più nascosto con furbizia in modo da risultare inudibile agli orecchi meno attenti, ma appare palese anche a quelli che di musica si intendono poco tant’è che il dirsi ‘ma sono in playback…’ è abitudine diffusa fra i presenti, che però poi fortunatamente ballano lo stesso

Addirittura posso giurare che ho visto un’orchestra che non suonava nemmeno una nota: i musicisti facevano palesemente finta (si vedeva dai movimenti), si sentivano linee di basso molto complesse ma non c’era un bassista, si sentivano trombe ma non c’era un trombettista, c’era una fisarmonica in terzine e sestine ma il fisarmonicista muoveva appena le dita e addirittura le voci erano anch’esse pre-registrate, con effetti di missaggio (cori e contro-cori) smaccatamente anni 80 e assolutamente impossibili da produrre dal vivo

Insomma: sul palco erano tutti belli (uomini muscolosi e infighettati, donne avvenenti e procaci) ma l’unica cosa accesa era il microfono del leader del gruppo, solo per i “grazie” fra un brano e l’altro

E’ il caso, forse, di porre un freno a questa deriva. Perchè va bene la stanchezza e la massacrante vita del musicista di liscio, ma un po’ di rispetto per chi ascolta ci vorrebbe. Visto anche che poi ci si fa pagare…e a quel punto se tanto si deve ballare ascoltando un disco, allora possiamo fare a meno della costosa orchestra.

 

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

View Comments

  • Purtroppo è un guerra che ho combattuto duramente ma senza risultati, il dilagare è stato troppo veloce e troppo comodo per tante figure che circolano nel mondo della musica da ballo o di quello che ne rimane.... ho fatto talmente tante discussioni e tante battaglie che potrei parlarne per ore!
    Ho sempre fortemente sperato che la gente con questo sistema si rendesse conto di essere presa in giro ma evidentemente alla fine ci sta bene così perchè l'evidenza è talmente lampante che mi riesce difficile credere che possano farla franca, per lo meno non sempre...
    Siamo arrivati a dei livelli di assurdità tali da rimanere allibiti, fidatevi del sottoscritto! Come sempre dobbiamo chinare la testa a questa ennesima sorta di truffa e sperare in un domani più onesto, reale, concreto e perchè no, artistico! Ricordate, meglio una stecca ben fatta che la menzogna!!!!

  • Concordo con Michele e soprattutto con Roberto.L'amico Pagani è un musicista sopraffino e un grande conoscitore di musica dalla classica al jazz. Il suo disagio e'sincero di fronte al dilagare di questo cattivo gusto .
    Oltre al cibo sano cucinato in loco , quanto sarebbe bello una musica suonata live e non riprodotta in studi lontani dalla gente.

  • Sacrosanta verità, ma io mi sento di aggiungere che parye della colpa è delle scuole di ballo che non insegnano a seguire e riconoscere il ritmo di un brano, ma costruiscono e disegnano movimenti (e numeri) sulle melodie, tanto che il musicista, quello vero non quello "finto",se si permette di aggiungere un ritornello o saltare una strofa, viene accusato di avere sbagliato perché "la musica non fa così!"

  • Se fosse il male delle sagre di paese......
    Avviene sistematicamente anche nelle sale da ballo e la gente alla fine del brano applaude pure.
    Tanto vale mettere un bel CD

  • il playbak è una truffa, suonare su una traccia ci può stare, ma devono suonare tutti, è triste vedere sul palco, figurine che sembrano burattini, chitarre con 4 corde uguali, tastiere spente e cantanti che cambiano voce 10 volte in una sera, ci vorrebbero controlli severi, soprattutto quando si presentano come > ti aspetti chissà cosa, e poi,,,,,,basta mi fermo quì, buona musica a tutti .

  • Da ex orchestrale e"cultore forzato del play back"posso solo argomentare che "grazie"ai gestori delle sale da ballo e agli impresari che procurano le serate nelle varie feste di piazza, dove si ricevono compensi talmente risicati che, fa molta differenza avere o no ulteriori orchestrali, ne consegue che, molte orchestre hanno un costante ricambio degli elementi e,per non perdere neanche una serata non provano alcun pezzo musicale, aggiungiamo la concorrenza spietata tra le orchestre e i compensi da vampiri degli impresari, ne consegue che è totalmente morto il raffronto musicale l'unico parametro ormai è la "presenza"sul palco chi è più bello va bene tanto la musica è un 'altra cosa!

  • è una battaglia persa!! al pubblico non interessa nulla della musica, basta che sia ballabile, ho visto tante sale stracolme dove c'è musica riprodotta da strumenti meccanici e tanti commenti che inneggiavano alla bravura dei musicisti, che talvolta non cantavano neanche!! anche questa la collochiamo tra le vergogne italiane!!! viva la musica dal vivo!!!

  • Colpa dei gestori no???? Io nell'89 mi sono sentito dire al telefono dal Gestore di un Famosissimo locale di Modena non faccio nomi ,ma provate a pensare ad un Aereoplano..Ok vi faccio la programmazione ,ma mi raccomando le basi toste per il moderno ,dovete competere con la Discoteca ..vi posso garantire che nessuna Orchestra a detto : Mi dispiace non veniamo a suonare da lei ,anche se ci da 12 date all'anno perchè noi il moderno lo facciamo dal vivo ..!!! Se volete riflettere ,riflettete anche su questo !

  • Non mi servono le giustificazioni, i perché e i per come, atti a giustificare i playback. Cari "finti musicisti", SCRIVETELO!!! sul vostro bel manifesto, SCRIVETELO!!! Visto che addossate le colpe ai gestori, alla gente, ai cazzi e anche ai mazzi, SCRIVETELO!!! un bel logo dove oltre alla simpatia, alla ritmica, al genere proposto si specifichi ANCHE IL RESTO. Come nei prodotti alimentari. Quello che fate, per me, NON E' GIUSTO. Poi dite quello che volete e non lamentatevi più della concorrenza; ve lo siete cercato, l'avete creata voi l'idea di suonare senza saperlo fare . . . sono proprio contento di quel che sta succedendo a livello di prezzi e mi auguro che peggiori ancora.
    Forse sono stato troppo cattivo e me ne dispiaccio, ma fate qualcosa per favore!!!

  • C'è troppa poca gente che studia si tiene a certi livelli oggi, per suonare dal vivo. Doversi proporre di persona davanti al pubblico vuol dire nettersi sempre alla prova. Secondo mè mancano le palle, non si ha più il coraggio di rischiare. Personalmente ho un gruppo di musica medievale e si fà solo DAL VIVO. Per fortuna e soddisfazione nostra. Pierangelo Gabbiadini

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Michele Lupetti

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