Anche quest’anno il teatro Signorelli fa centro con il cartellone della stagione teatrale 2017/2018 e conclude la campagna di abbonamenti con un più che soddisfacente segno “più”!
Fondazione Toscana Spettacolo, Comune di Cortona e Accademia degli Arditi hanno confezionato un “pacchetto” di 10 spettacoli che attraversa trasversalmente il mondo del teatro, passando da quello impegnato a quello di evasione, da quello musicale a quello operettistico a quello “sulle punte” che promette emozioni e tanti applausi in platea, nei palchi e pure nel loggione del Signorelli che riapre, seppure con solo 20 posti a sedere (per motivi di sicurezza) dopo un anno di chiusura al pubblico.
“Una formula collaudata, quella della collaborazione con la Fondazione Toscana Spettacolo.” – ha dichiarato il Dott. Mario Aimi, Presidente dell’Accademia degli Arditi – che premia il teatro Signorelli e le scelte gestionali degli ultimi anni.”
“Un cartellone che tiene il passo con i grandi teatri di città e che pone il Signorelli nella posizione di prestigio che merita vista la sua antica tradizione teatrale- sottolinea Alfredo Gnerucci, da sempre al fianco dell’Accademia e del Teatro Signorelli nella “costruzione” del palinsesto stagionale e dall’anno scorso consigliere di Fondazione Toscana Spettacolo, a conferma del suo indiscusso prestigio in campo artistico.
Intanto, ieri sera, alla prima della stagione teatrale 17/18, il sipario del Signorelli si è alzato su un “ tutto esaurito” per “La guerra dei Roses”, con Ambra Angiolini e Matteo Cremon, per la regia di Filippo Dini.
La “black comedy”, tratta dal famoso libro dell’81 di Warren Adler, è conosciuta dai più nella sua versione cinematografica dell’89 con Michael Duglas e Kathleen Turner, indimenticabili coniugi Rose del cinema, e Danny De Vito, avvocato Goldstein e regista del movie!).
Lo stesso Adler adattò l’opera, successivamente, per il teatro che di certo ne rappresenta la sua dimensione ideale.
La guerra, di cui si racconta Adler è quella dolorosa del divorzio. Protagonisti una coppia americana di successo, modelli di quel “american way of life”, fatto di apparenze, ipocrisie e falso perbenismo. Lui ricco avvocato senza scrupoli, lei moglie devota che vive all’ombra del più famoso consorte crogiolandosi nel lusso fino a quando non emergono dal suo inconscio le insoddisfazioni di una vita dove è mancata la realizzazione professionale di cuoca!
Una guerra delle più terribili (che porta il nome di un’ altrettanto terribile “guerra delle rose” che segnò l’Inghilterra a metà quattrocento), che deflagra come una bomba, fa distruggere le cose, gli oggetti di casa, un tempo amati, in una sorta di violenza psicologica, ma soprattutto dilania l’animo, fino alla morte….quella fisica!
E a tirare i fili di questa guerra spietata, i due avvocati.
Quello di lei, una donna, la sportivissima avvocato Thurmont ( Emanuela Guaiana), vuole far credere alla signora Rose di avere le migliori intuizioni sul suo caso durante le partite di tennis baseball, le battute di pesca alle quali non rinuncia per confrontarsi con la sua cliente.
Quello di lui, un uomo, Goldstein (Massimo Cagnina) più presente ma sempre inesorabile, il tempo che dedica al caso se lo fa pagare oro, dal suo Rose, che intanto va a picco anche economicamente per le parcelle che è costretto a pagare ad entrambi gli avvocati.
Trema la casa dei Rose sotto i colpi delle cattiverie, delle vendette che si consumano dentro e fuori le mura domestiche e culminano con il crollo del lampadario scintillante, del “salone delle feste”, sotto il quale troveranno la morte i coniugi Rose.
Due ore di duelli e duetti tra Ambra Angiolini e Matteo Cremon.
Lei, Ambra Angiolini, con una carriera da “nozze d’argento” alle spalle, matura nella recitazione, padrona del palcoscenico, con le pause giocate al momento giusto e i sapienti cambi di timbri di voce a scandire l’esasperazione crescente, la finta calma, il dolore represso, derivanti da una vita impossibile di “separati in casa” .
Ormai non ha più nulla da dimostrare a chi non avrebbe scommesso su un futuro da attrice a tutto tondo, per la ragazzina di “Non è la RAI”… ma le toccherà convivere con la memoria televisiva di quell’esordio con Boncompagni per molti…molti anni ancora!!!
Lui, Matteo Cremon, coprotagonista in palcoscenico, a tutti gli effetti. Convincente nella sua umanità di marito che non accetta la fine di un amore che era stato grande. Condivide col regista Filippo Dini la formazione alla Scuola dello Stabile di Genova.
Insieme, intercambiabili nei ruoli di spalla e primattore, passano a pieni voti la loro “prima volta”, insieme, in scena.
Un interrogativo resta aperto, però, mentre le due anime dei Rose, a fine spettacolo, si accingono a varcare i cancelli dell’inferno… e il sipario del Signorelli cala su un palcoscenico rosseggiante…sapranno mettere fine alla loro guerra almeno nell’aldilà?
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