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La quinta consecutiva…

E’ passata una settimana in cui i peggiori incubi reali ed immaginari mi hanno sovrastato, mi hanno distrutto la psiche ed il fisico, ma stamattina, svegliandomi, mi son detto: “ Ok, anche questa volta è andata …. Sono sopravvissuto alle isterie collettive, alle immancabili prese per i fondelli, adesso ho tutto il tempo per riprepararmi, per aspettare i sorteggi, per dire “ ok, questo girone lo passiamo senza problemi “, per passare serate fra amici a bere, a gozzovigliare e soprattutto a tifare e a sperare anche per la prossima stagione ….

Sperare cosa?

Sperare che la squadra a strisce bianconere che non è il Siena e nemmeno l’Udinese, riesca a portare a casa la Coppa dalle grandi orecchie e poter dire a tutti i nostri detrattori, a tutti i nostri “ nemici “ che quest’anno siamo noi a festeggiare e, così, per almeno vent’anni potremo dire “ Ma almeno noi l’abbiamo vinta “ e non il solito “ Almeno noi c’eravamo “ che, per me, personalmente, inizia a diventare una sorta di ossessione calcistica.

Coloro che non seguono assiduamente il calcio, non possono capire cosa voglia dire per un tifoso zebrato arrivare a perdere la quinta finale consecutiva della Coppa dei Campioni, perché a me piace chiamarla così …. L’illusione, la speranza, l’esultanza, la passione, e poi all’ultima partita va sempre a finire allo stesso modo e vediamo prima il Borussia Dortmund ( Riedle bene chi Riedle ultimo, battuta ormai passata agli annali ) e poi il Real Madrid, con il futuro fiorentino Mijatovic che dopo quella finale, praticamente scomparirà nell’anonimato e poi il Milan, con Buffon che alla lotteria dei rigori te ne para due, ma non bastano perché Dida te ne para tre e vedere il Cavaliere alzare quell’ennesimo trofeo è più doloroso di un gatto attaccato dove sapete voi e poi il Barcellona del tiki taka che nei due anni successivi nemmeno arriva in finale, ma con noi deve dare l’ulteriore dimostrazione di forza e il buon Dani Alves che due anni dopo verrà da noi che fa il birichino con Pogba e poi quest’anno ancora i Blancos: dopo essere arrivati in finale da imbattuti e aver subito tre goal nelle precedenti partite, ne vai a subire quattro in novanta minuti.

Dopo quarantacinque minuti illusori, nei secondi quarantacinque sembra una squadretta di Lega Pro che si domanda “ Ma che ci stiamo a fare qua “ e allora sono 2 e poi 3 e infine 4 e per poco non ci scappa anche il quinto … varie le ipotesi: non ha piovuto come a Perugia nel 2000, con la squadra che si era preparata a giocare nell’acquitrino e allora era psicologicamente non preparata.

Ipotesi numero due: alcuni ragazzi erano fans di Richard Burton, l’attore gallese, e sarebbero voluti andare a rendere omaggio alla sua tomba, senza sapere che il buon Richard è sepolto a Ginevra.

Ipotesi numero tre: un gruppo di alieni provenienti da Venere sono entrati negli spogliatoi ed hanno voluto provare a sostituirsi ai nostri impavidi eroi, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ok, sviscerate a fondo le ipotesi più strampalate, me ne viene in mente un’ultima: ma non è che il Real Madrid era semplicemente più forte e nel secondo tempo è venuta fuori la differenza che tutti gli juventini speravano fosse rimasta a Madrid? Questo, unito al fatto che i nostri bianconeri erano cotti fisicamente e mentalmente, ha fatto sì che la quinta finale persa diventasse realtà.

E così, appuntamento al prossimo anno, alle prossime gufate, alle prossime ipotesi strampalate, ai prossimi scongiuri, senza dimenticare, in ogni caso, che seppur costosissimo, il calcio rimane pur sempre un bellissimo gioco che ti fa esultare, disperare, piangere, gridare, ridere e poi tiratene fuori qualcun’altra voi.

Ma poi, non finisce qui, perché vorrei dire, per concludere, alla bravissima blogger Cecilia Falchi, ovviamente in maniera scherzosa, di non aspettare la vittoria della Juve in Coppa dei Campioni, perché a me piace chiamarla così, per sposarsi, perché rischi di rimanere “ zitella “ ancor per molto tempo.

Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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Stefano Bertini
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