Dedico questo scritto a tutti coloro che tra qualche ora si dimenticheranno (almeno per un po’) dei problemi politici, economico-finanziari, diplomatico-locali-nazionali e internazionali. Si avvicina infatti il periodo più “ballereccio” dell’anno con veglioni, feste in casa, feste in piazza che ora vanno tanto di moda… il tutto culminerà, inesorabilmente, nell’ultima notte dell’anno quando ballare, divertirsi e “pazziare” diventa quasi obbligatorio nella speranza di lasciarsi alle spalle tutto il peggio per andare incontro ad un nuovo anno che sarà, o dovrebbe essere migliore!
Negli ultimi decenni è cambiato il modo di divertirsi, di incontrarsi, di fare festa, di vestirsi, di comunicarsi gli auguri, quello che non è cambiato è la musica che in quella notte, come per incanto, ripropone sempre le stesse cose da cinquant’anni
E allora vai con i samboni, Gloria Gaynor, Donna Summer, Bee Gees, un Barry Withe remixato o una Raffaella Carrà riesumata da Bob Sinclar. Non mancherà di certo un “ritorna a casa speedy gonzales” urlato da un immarcescibile Peppino di Capri o Imagine dell’immortale Lennon. Le orchestre non hanno nemmeno provato il repertorio, tanto è sempre quello, l’importante è celebrare questo rito pagano che come tutti gli anni si consumerà in poche ore per poi lasciare tutto come prima. Eccetto l’età.
Permettetemi un amarcord.
Per quanto mi riguarda il primo ultimo dell’anno con il basso elettrico a tracolla lo passai nel 1976, (ero un bambino!) con me c’erano gli altri componenti del gruppo musicale Quasar (vedi foto d’epoca sopra). Suonavamo in quel di Olmo dove andava fortissimo una discoteca che si chiamava Bataclan (nome che suscita oggi pensieri ben diversi!) comunque eravamo lì nel periodo in cui la disco-dance imperversava quindi eravamo costretti, come da contratto, ad alternarci durante la serata con il DJ. Vi sembrerà strano ma la cosa non ci disturbava affatto, primo perché la pausa permetteva a qualcuno di noi di tessere relazioni con le ragazze presenti in sala, secondo non ci sentivamo obbligati a suonare musica che a quei tempi non ci piaceva per niente, compito, questo, che spettava esclusivamente al DJ.
Da parte nostra ci sentivamo liberi di suonare la musica che più amavamo e che spaziava dai Genesis ai ai Jethro Tull, da Frank Zappa ai Traffic, sì è vero , non erano ritmi prettamente danzanti infatti, in pista, c’era sempre qualcuno che, impacciato, interrompeva il ballo e rivolgendo uno sguardo severo verso di noi, con la mano ci mimava il tipico gesto di chi chiede: “ma che c..avolo state suonando“.
A quel punto allora cambiavamo musica e via con Oh what a night december 63 dei The four Seasons, Do it any way you wanna dei People’s Choice, Shake Your Booty dei KC & The Sunshine Band, tutti brani, questi, che ancora oggi continuano ad accompagnarci durante la notte più lunga e spensierata dell’anno.
Buone feste e auguri a tutti!
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