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La Pensione? Una chimera!

“L’aggancio all’aspettativa di vita, voluto dal governo Berlusconi, se non viene corretto, ci porterà in un futuro non lontano ad aziende popolate da settantenni, con buona pace del ricambio generazionale” , lo ha dichiarato Cesare Damiano Presidente della Commissione Lavoro della Camera e che, aggiungo io, sommato agli effetti prodotti dalle norme previste dalla famigerata “legge Fornero”, fa si che in futuro avremo un paese di vecchi al lavoro e di giovani a casa depressi o al massimo precari, sottoccupati e malpagati.

Come tanti di voi, ci immaginavamo una società dove i giovani lavorano, mettono su famiglia e gli anziani in pensione si prendono cura dei nipoti e dei loro hobby, ma la situazione è stata sovvertita dalle leggi dei “professori” ( di cosa non si sa !! ), perché si scopre ad esempio che nel risultato dell’esercizio 2013 il fondo pensioni dei parasubordinati registrava un attivo di 8 miliardi e 600 milioni di euro, quello dei lavoratori dipendenti 4 milardi e mezzo di attivo, quello dei dirigenti d’azienda registrava un passivo di 3 miliardi e 812 milioni e quello degli artigiani un passivo di 6 milardi e mezzo circa e quindi visto che ad esempio i dirigenti percepiscono una pensione molto più alta di quanto hanno versato nella loro vita lavorativa, bisognerà pure riequilibrare il sistema, sennò ha pagare saranno sempre i soliti “bischeri”, insomma uno Stato che fino ad oggi si è comportato come un Robin Hood all’incontrario.

Con la riforma Fornero dal 2016 gli uomini potranno andare in pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi e le donne a 65 anni e 7 mesi e poi alcune variazioni per i lavoratori autonomi, ma insomma una legge così iniqua ed ingiusta che ti viene da dire, applichiamo il metodo “cinese” che anche i professori e dirigenti si fanno un po’ di lavoro nei cantieri edili o stradali oppure a cogliere i pomodori in campagna! A questo punto non vi è altra via d’uscita che riformare la legge sulle pensioni in Parlamento, visto che il referendum indetto dalla Lega e che ebbe anche l’adesione di SEL e CGIL, fu dichiarato inammissibile, secondo la Costituzione italiana, perché tale legge incide sulle voci di bilancio dello Stato.

La domanda che vi pongo e mi pongo, alla fine di questo discorso su pensioni e lavoro è: perché tanta inerzia da parte del Governo e del Parlamento e come mai tanto disinteresse da parte dei lavoratori e dei giovani ?

Ricordo a tutti noi che senza lotte non arrivano le conquiste e che l’abulia e l’indifferenza portano lentamente alla perdita di tutti i progressi fatti dai nostri genitori e nonni in decenni di battaglie e scioperi. Se non c’è più voglia di scendere in piazza usiamo almeno l’arma più importante che abbiamo… quella del voto !

Doriano Simeoni

Doriano Simeoni

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Doriano Simeoni

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