In Italia, il maggior ostacolo al cambiamento è sempre stato il cinismo degli italiani. Per quanto storicamente comprensibile, questo scetticismo congenito, con il passare degli anni, ha messo in moto un meccanismo perverso e involutivo dentro al quale il paese si è contorto a spirale, generando come unico effetto il rischio di un soffocamento lento ed inarrestabile.
Non va quindi sottostimato l’effettodirompente di Renzi in Italia e nulle dinamiche Europee. Parliamoci chiaro l’Italia sta facendo cose che normalmente i nostri partners Europei non si aspettano dall’Italia, un Primo Ministro con meno di 40anni, un governo la cui età media è tra le più basse d’Europa, un piano di riforme strutturali sicuramente ambiziose, ma che stanno finalmente vedendo la luce, dopo anni di immobilismo. Da noi non si è mai visto un leader politico così determinato e disposto al rischio, un leader capace di scardinare e dare uno shock a un paese depresso e sclerotizzato, dove la politica per troppo tempo è stata incapace di decidere. Le sue proposte non si possono giudicare secondo gli schemi tradizionali e suicidi di rigore=risanamento, proprio perchè ne escono completamente e hanno la crescita come fine principale, anche costo di un deficit più alto nel breve periodo. E’ chiaro che un’accelerazione cosi repentina e decisa possa creare paure, soprattutto nel bel paese, dove la sindrome del Gattopardo è nata ed ha affondato radici profonde. E’ giusto che chi non si ritrovi su queste idee abbia il sacrosanto diritto di protestare e proporre soluzioni alternative. Ciò che non trovo più giusto, è fermare tutto, attendere e rimanere passivi di fronte a questa spirale depressiva che sta inghiottendo l’intero continente. Di fronte a questo scenario i soli interventi interni non sarebbero stati sufficienti, ed infatti la prima battaglia continentale è stata giocata a Giugno, quando Renzi forte del 41% preso alle Europee ha puntato i piedi ottenendo il “SI” della nuova commissione, e dei capi di governo, per un piano quinquennale di investimenti proiettati verso lo sviluppo e all’occupazione. In questi ultimi tre giorni invece si è aperto il secondo tempo di questa partita. Renzi ha scosso il muro di ipocrisia della burocrazia di Bruxelles presentando una legge di stabilità che ha messo al centro proprio la crescita. Una legge che non solo è compatibile con le regole Europee, ma che propone un nuovo approccio di flessibilità dei trattati per favorire la crescita e gli investimenti, proprio nella falsa riga del piano da 300miliardi di Euro promesso da Juncker. A mio avviso adesso, il terso tempo va giocato di anticipo, nell’ultima parte di semestre europeo. La priorità assoluta dovrà essere: migliorare il funzionamento della UE e dei suoi trattati. Produrre proposte concrete per rendere più efficace, il lavoro legislativo, e intraprendere un cammino che nell’arco dei prossimi 5 anni possa modificare e revisionare i trattati costitutivi e dare quindi al vecchio continente, una nuova governance politica ed economica dell’euro, all’altezza delle sfide del nuovo millennio.
A chi in questi giorni mi ha chiesto: “cosa è la Leopolda”, io ho risposto che era difficile spiegarlo con due parole, a chi ha letto questo articolo posso però dire che la Leopolda è anche questo.
Oberdan nadrebO