Ti svegli una mattina, la mattina dell’ultimo di Carnevale per l’appunto, ti guardi nel tuo specchio di vimini che hai personalmente riverniciato di bianco in un atto di riciclo estremo e tirchieria e vedi riflessa una sagoma sfocata con i capelli arruffati. Metti gli occhiali per vederti meglio e luce fu.
Sorridi. Sorridi perché il caffè è appena entrato in circolo e soprattutto sorridi perché ancora non hai visto che fuori c’è un tempo da lupi e tu hai ovviamente lasciato l’ombrello in macchina. Sorridi perché sai che se sorridi il mondo ti sorriderà. Allarghi le labbra, contrai i muscoli facciali, gli occhi si allungano come quelli di una cinesina, le zampe di gallina si palesano e ed eccolo lì sotto il sorriso… lo scintillio, il bling bling direttamente sui tuoi denti… l’apparecchio dentale.
Vai a letto la sera atteggiandosi da Andrea Sachs del Diavolo veste Prada scompigliandoti la frangetta, appoggiando la borsa di Prada sul divano e resistendo alla forza di gravità scendendo dai tacchi e ti svegli la mattina dopo dando il buongiorno a Ugly Betty pantofolata. Per di più un’ Ugly Betty storta, visto che lo specchio è leggermente rialzato a destra.
Oltre che miope ho un’avversione per la simmetria.
Meglio guardare il lato positivo della giornata, stasera non avrò difficoltà a trovare un vestito per la festa di Carnevale e forse dopo anni di misunderstanding si capirà finalmente da cosa mi sono travestita. L’abito non fa il monaco, ma l’apparecchio, gli occhiali e la frangetta fanno Ugly Betty
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