I capelli corti alla Anna Wintour, piume di struzzo come se piovesse, vestiti diritti e con la vita bassa perfetti per le senzatette come me e non parliamo delle scarpe, le Mary Jane.
Ho sempre voluto vivere nei ruggenti anni ’20 che di ruggente avevano proprio la frenesia della scoperta di un mondo nuovo, sempre più libero dalle costrizioni, dai corsetti e dalla campana di vetro della Belle Epoque. Un mondo nuovo in cui si affacciavano le giovani donne che cercavano un’ affermazione fuori dalle mura casalinghe e che iniziavano ad esprimere una propria femminilità scoprendo le caviglie e tagliandosi i capelli corti.
The roaring twenties erano proiettati al futuro piuttosto che al passato, troppo pesante della Prima Guerra Mondiale che si erano lasciati alle spalle. Si festeggiava, si ballava, si innovava, nella moda, nell’arredamento, nell’arte.
In tutti i campi si correva verso il futuro a tempo di Charleston.
La prima guerra mondiale aveva spazzato via la Bella Epoque, il locus amoenus, il mondo dei sogni, l’idillio. Ma con essa anche la staticità e le vecchie regole. Il mondo si era affacciato al nuovo. Il dinamismo puro degli anni ’20, forse ultimo baluardo di una visione positiva del progresso.
Arrivò infatti il giovedì nero della borsa, il maledetto crack del 1929 e il progresso si arresto’. Arrivò la recessione e poi la ripresa, un nuovo corso che aveva oramai perso quello spirito ruggente dei mitici anni ’20.
Tutti poi conosciamo le vicende storiche che si sono susseguite nel secolo breve di Hobsbawm, le guerre fredde e calde, il boom economico, la rivoluzione Hippy, i Queen, ma per la mia immaginazione quelle piume di struzzo in testa, i lustrini, le immagini intense del cinema muto, l’art Deco, la frenesia, la bellezza della vita ruggente, della vita presa a morsi non hanno eguali.
Ho sempre voluto vivere negli anni ’20, ma forse dovevo specificare dello scorso secolo.
Buon inizio decennio. Siate ruggenti!!!
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