Ci sono tanti film che nella storia del cinema sono meritevoli di essere chiamati capolavori ed “ I Magnifici sette “ è uno di questi, un film che , a mio parere, merita di essere considerato IL Western.
Nel 1960, John Sturges ebbe l’ onore e la fortuna di girare questa pellicola con attori del calibro di Yul Brinner, Steve McQueen, Eli Wallach, Charles Bronson, James Coburn, Horst Bucholz, Brad Dexter e Robert Vaughn. Le musiche, magistrali e trionfalistiche, sono di Elmer Bernstein. Il film è liberamente ispirato a “ I sette samurai “, di Akira Kurosawa, girato quattro anni prima.
Un paese della frontiera fra Messico e Stati Uniti è continuamente vessato dalla banda di Calvera, Wallach, che compie razzie di ogni tipo. I contadini del villaggio, sfiniti da questa situazione, si rivolgono al vecchio saggio il quale consiglia loro di ribellarsi. Tre di loro si recano in un paese vicino con le poche risorse economiche che hanno, alla ricerca di armi o di qualcuno da ingaggiare. Al loro arrivo nel villaggio assistono ad una scena curiosa: un uomo paga un impresario di pompe funebri per dare sepoltura ad un vecchio, ma l’ impresario si rifiuta perché il morto era un indiano e la sua sepoltura avrebbe creato problemi. Della sepoltura se ne occupano Chris e Vin, Brinner e McQueen, che si sbarazzano senza problemi di pistoleri che volevano impedire la sepoltura. I tre contadini assistono alla scena e chiedono a Cris di poterli aiutare offrendogli “ tutto quello che abbiamo “. Cris resta molto colpito da questa frase perché “ per il mio lavoro mi hanno sempre offerto molto, ma mai tutto “. Il primo ad essere ingaggiato è Vin, poi si fa avanti un ragazzo, Chico, un mezzosangue, Bucholz, che deve sostenere una prova, ma Chris lo umilia e lui va via indignato. Il terzo pistolero a far parte della spedizione è Harry, un amico di Chris, convinto che dietro tutto questo non ci sia solo una marmaglia di contadini e venti dollari alla settimana, ma qualcosa di ben più grosso. Bernardo O’Reilly, che si definisce “un milionario eccentrico che si diverte a spaccare la legna “ farà anche lui parte della spedizione, come Britt, James Coburn, abilissimo con pistola e coltello, Lee, Roert Vaughn, un uomo che tenta di sconfiggere le paure passate e soprattutto quelle future e Chico che, dopo l’ umiliazione subita, riesce a far parte del gruppo. I sette non vengono accolti bene dai campesinos, molto diffidenti, ma piano piano riusciranno ad entrare nei loro cuori grazie anche alla grinta di Chico. I sette iniziano ad addestrare i contadini all’ uso delle armi mentre si susseguono anche momenti divertenti: Harry chiede, senza successo, dove siano oro o argento, Vin mentre distribuisce i pasti ai bambini del villaggio chiede ad uno di loro se abbia una sorella più grande ottenendo risposta negativa, Bernardo viene “ selezionato “ da tre bambini: se dovesse morire loro si impegneranno tutti i giorni a portargli fiori sulla tomba. Dopo una certa attesa, al villaggio arriva Calvera con i suoi uomini, ad attenderlo trova i sette pistoleri con i quali prova a trovare un accordo ma la risposta di Vin è “ Noi vendiamo piombo “ e la banda viene ricacciata indietro con numerose perdite. Tutto sembra finire per il meglio ed il villaggio festeggia, ma Calvera non ha intenzione di arretrare con i campesinos che iniziano ad accusare un certo malcontento ed una certa sfiducia nei sette in quanto loro hanno delle famiglie da mantenere mentre i sette caballeros non devono pensare a nessuno, tutto questo dopo una ricognizione di Chico in montagna. I sette cowboys decidono per una sortita notturna, ma al loro ritorno nel villaggio trovano Calvera ed i suoi uomini ad aspettarli costringendoli a consegnare loro le armi. I contadini li hanno traditi. Calvera, convinto che i sette non ci ripenseranno, li fa accompagnare al confine restituendogli le armi, ma ormai i nostri eroi hanno preso un impegno tranne Harry che se ne va. La mattina successiva i sei attaccano il villaggio, venendo aiutati anche dai contadini. In loro aiuto arriva anche Harry che sarà il primo dei sette ad essere ucciso, morendo tra le braccia di Cris che gli dice, prima che il suo amico chiuda gli occhi per sempre, che ci sarebbero stati settanta chili di oro per ognuno di loro. Moriranno poi anche Brit, Harry e Bernardo, quest’ ultimo per salvare i bambini che erano accorsi per stare vicino a lui. Calverà sarà, invece, ucciso da Chris. Alla fine, il vecchio saggio chiederà ai tre superstiti di restare al villaggio con i contadini che sarebbero stati contenti se fossero rimasti, con Chris che gli risponde che sarebbero stati ugualmente contenti se se ne fossero andati. E così si chiude un magnifico film, con Chris e Vin che si allontanano, mentre Chico resta al villaggio in compagnia della sua amata sedotta poco tempo prima.
Il punto di vista di Steve:
Sette eroi solitari, tutti con una storia ed una vita differente da raccontare alle loro spalle, ma tutti con due punti di vista che li accomunano: la solitudine e la lealtà con quest’ ultima che, nonostante il tradimento iniziale dei campesinos, non verrà a mancare: “ma abbiamo un contratto“, “nessuno ci farà causa se non lo rispettiamo“, “appunto per questo dobbiamo rispettarlo“, dialogo fra Chris e Vin dopo il tradimento dei contadini. Sette personalità differenti, dall’ enigmatico e giusto Chris al sicuro di sé Vin, dal solitario ed apparentemente rude ma dal cuore d’ oro Bernardo al giovane idealista Chico, dall’ apparentemente pavido Lee che ha incubi notturni e confida ai contadini i suoi fantasmi e la sua paura di incontrare una pistola più veloce di lui al silenzioso e solitario Britt per concludersi con lo spaccone Harry che, però, non lascia soli i suoi amici nel momento del riscatto. Sette eroi solitari, sette uomini che hanno fatto la scelta di isolarsi e di dedicarsi a difendere i più deboli di loro per un tozzo di pane con la consapevolezza che “ Solo i contadini hanno vinto, loro vincono sempre. Voi siete come il vento che soffia sulla terra e passa. Vayanse con Diòs “. «Il vecchio ha ragione, i contadini hanno vinto, noi no, noi perdiamo sempre ». Nonostante fossero stati traditi, i sette avevano preso un impegno morale che ormai avevano deciso di mantenere. Da notare poi il rispetto del cattivo Calvera verso il buono Chris: “ Siete tornati per questo letamaio, perché un uomo come te, perché? “, questo per sottolineare come anche fra buoni e cattivi esistessero “ stima “ e “ rispetto “. I campesinos: paura dei banditi, coraggio all’ arrivo dei sette, ancora paura per il destino che gli sarebbe spettato se i sette fossero rimasti al villaggio lasciando soli mogli e figli ed ancora coraggio quando i sette tornano a salvarli; il solo a capirli è Bernardo quando sculaccia uno dei tre bambini che si era permesso di dire che i loro padri erano dei vigliacchi senza capire che avevano fatto questo solo per salvarli da morte sicura. Capitolo donna: figura quasi inesistente come nella maggior parte dei film western, nascosta, tranne la ragazza che si innamora di Chico ed alla quale si illuminano gli occhi quando lui decide di trascorrere la sua vita, da contadino, come erano le sue origini, con lei. Malinconico, vittorioso, solitario, ironico, suggestivo, commovente, eccitante: sette aggettivi come I Magnifici sette. Chi avrei voluto essere io? Visto il mio soprannome, la risposta appare ed è scontata, con la sua bellezza, la sua sfrontatezza, la sua vita spericolata ( Vasco Rossi lo cita nella sua celeberrima canzone ), il suo essere sempre oltre il limite, il suo saper vivere, le sue immense capacità attoriali e l’ essere Steve McQueen. Sette aggettivi proprio come I Magnifici sette. Buona visione.
Il punto di vista di Costoletta:
Finalmente un film decente bravo Steve. Un western, ispirato al film “I 7 Samurai” di Kurosawa, che potrebbe essere deconstestualizzato e trasportato in qualsiasi epoca e cultura, perché dopotutto non è altro che un film sull’amicizia e sui valori universali di giustizia e onore. La storia di 7 uomini che <<vendono piombo>> e che scacciano da un villaggio i banditi che mentre depredano si lamentano al bar della moda femminile del tempo. Nella realtà, probabilmente i 7 uomini sarebbero state 7 donne.
Mi è piaciuto, in primis per la presenza di Yul Brynner, l’uomo che riesce ad impersonare contemporaneamente un faraone, un cosacco e un cow boy ed essere sempre credibile, ma senza fare torto al bellissimo Steve McQueen e agli altri, perché ognuno con la sua personalità crea l’armonia del gruppo dei Magnifici.
Al primo sguardo sembra uno di quei film da guardare la sera tra amici maschi, un film da confraternita, sui cow boy, sull’emblema della virilità e del coraggio, colui che sfida tutti e che non ha nemici. L’ironia invece è sempre palpabile, nel viso di Chris e Vin, negli attacchi di panico di Lee, nel cuore tenero di Bernardo e nella rabbia giovanile di Chico. Cow Boy si, ma non pienamente felici di esserlo, disillusi, realistici, obbligati dal caso e dalla vita, che cercano un riscatto, un finale diverso. Per alcuni la morte, il sogno di una ricchezza, per altri tornare a fare il contadino e per altri ancora di nuovo la frontiera, il vivere ai confini, senza radici e legami.
Cow Boy cercasi nella vita di tutti i giorni, forse tutti i colloqui di lavoro si dovrebbero tenere come quello tenuto da Chris, altro che colloquio conoscitivo e curriculum, uno sguardo veloce, l’istinto in primis e una battuta delle mani come test. Questa è la nuova frontiera, del recruitment.
Sullo sfondo la storia di sempre, gente semplice e onesta che per difendersi dalle angherie a cui è sottoposta da anni cerca dei salvatori, per poi scoprire che la forza di combattere, il coraggio e la lealtà non si comprano con 20 dollari, ma sono qualità rare, come i Magnifici 7.
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