Quando fa più scalpore la mancata classificazione italiana ai mondiali 2018 che il gesto fascista di un giocatore con annessa maglietta della Repubblica di Salò durante un‘innocua partita di seconda categoria dilettanti giocata proprio a Marzabotto, teatro della strage del 29 settembre 1944, c’è ben poco da dire sulla natura della nostra coscienza nazionale!
E detto da me che, nutrita a pane e sociologia contemporanea mi definisco una cittadina del mondo, italiana per nascita e cosmopolita per scelta è veramente un paradosso.

Vedi:  http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/11/13/news/bologna_segna_un_gol_e_fa_il_saluto_romano_agli_ultra_vergogna_durante_la_partita_contro_marzabotto-180976247/

Lunedì sera ho assistito basita alle lacrime di Buffon che piangeva ad esclusione italiana oramai decretata, sinceramente dispiaciuto perché riteneva la sconfitta un fallimento e si scusava per la perdita di questa opportunità  importante “a livello sociale” per gli italiani.

Aldilà dell’ originale  accostamento nella stessa frase delle parole “calcio” e “importanza sociale – ho quasi sputato la cioccolata calda che stavo bevendo –  e  prendendo per buono il significato puro di “sociale” ossia “ciò che riguarda la società” e non quello di “giustizia sociale” di cui tanto oggi il nostro Bel Paese avrebbe bisogno,  i Mondiali sfumati potrebbero essere un duro colpo per la società italiana, la stessa società ancora imbonita da “panem et circenses”.

Dove sono tutti i  sostenitori dell’importanza sociale del calcio quando simboli politici tra l’altro vietati dalla nostra Costituzione e lesivi della memoria di quegli 800 morti vengono riproposti a pochi giorni dall’uso dell’immagine di Anna Frank con la maglietta della Roma a scopo offensivo? Dove finiscono tutte le lacrime, le mani al volto, la sofferenza provata durante i 90 minuti di domenica sera nella vita di tutti i giorni? Ce ne sarebbe tanto bisogno fuori e dentro il campo da calcio.

Cecilia Falchi

30enne Blogger per sopravvivenza mentale e precaria per scelta altrui. Spontanea nel suo essere assurda, sembra uscita da un'illustrazione di "Mary Poppins", ma respira sarcasmo come un personaggio di Woody Allen. Calamita vivente per i guai. Il suo motto è "Domani è un altro giorno... speriamo parta la macchina"

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  • E' vero! Io il giorno successivo la partita (che è mia premura precisare che non guardo non volendo finanziare in alcun modo quel lato della società italiana che di sportivo non ha un tubo!) ho avuto il fegato di pubblicare su facebook una classifica che elencava varie nazioni europee in cui vinceva la Svezia. Va da sè che non stavo parlando di calcio, ma di produzione di energia rinnovabile. Sostengo che se vogliamo parlare di sfide con la Svezia, da persone adulte e non da ragazzini, dovremo puntare a batterla su quel campo e lì si, parlare di sfide che hanno un'importanza (anche) sociale. Le parole di Buffon appartengono alla mediocrità di una nazione ancora immatura, che in quella mediocrità in tanti si ritrovano e che deve far fiorire le pur tante potenzialità che ha. Abbiamo ancora tanto da fare.

    • se proprio si vuol parlare di cose che non c' entrano niente l' una con l' altra, allora si può anche far notare che l' Italia è superiore alla Svezia nella produzione del vino e dei formaggi; se poi la partita non l' hai vista ,dì magari che non l' hai guardata perché non ti andava (legittimo), non che non volevi finanziare un determinato lato della società italiana per cercare di fare bella figura; quando poi dici che "le parole di Buffon appartengono alla mediocrità di una nazione ancora immatura, che in quella mediocrità in tanti si ritrovano",scusa, ma chi ti credi d' essere?

      • Caro Fabrizio, che un personaggio come il calciatore Buffon (non tanto per il nome, non mi interessa, come hai capito pur amando lo sport non mi interesso di quello che sport non è più e se tutti prendessimo atto di questo interromperemmo il giro miliardario che c'è dietro) sia un uomo da elevare a standard di meritevole grandezza te lo lascio credere e dire tranquillamente senza per questo sentirmi superiore a te, ma migliore dei vari Buffon, caro Fabrizio, eccome se sì. Se ti sembra normale tutta questa paranoia per una partita ed il silenzio su tante altre questioni di reale rilevanza politica pure questo te lo lascio credere e dire tranquillamente. Se ti sembra normale che nell'ambito dell'ambiente calcistico ci sia questo dilagare di ignoranza, sfociante spesso nell'apologia del fascismo a cui sostanzialmente siamo abituati e ci rimaniamo quasi indifferenti, caro signor Fabrizio, ti dico che no! Non è permesso, è una cosa gravissima a cui non ci si deve abituare e che ha una netta priorità rispetto alla partita. E credimi che la parola "mediocrità" è molto lusinghiera quando si parla di questo argomento. Se non ero stato chiaro ti ringrazio per l'occasione del chiarimento che mi hai dato. Saluti

      • Bravo Avv.Fabrizio!!!
        Andrea erano 60 anni che non ci si qualificava al mondiale e quindi, a chi piace il calcio, dispiace anzi dispiace parecchio!
        Sicuramente rispetto ad una partita di calcio le sfide sociali di cui parli te sono molto più importanti ma ogni tanto un po' di leggerezza e di calcio non guasta! Mettendoti su un piedistallo e dire di essere migliore di altri non è proprio ottimo!! Penso che debbano essere gli altri a dire che tu sei migliore di loro non te! Troppo facile autolodarsi! quando hai scritto della disorganizzazione della raccolta spazzatura nel comune sono stato dalla tua parte!
        È stata solo una partita ma anche a me ha fatto arrabbiare la non qualificazione....!! Ci sono giocatori che fanno saluto fascista (non va bene) ma anche quelli che salutano i propri tifosi con pugno chiuso e X me neanche questi fanno bene!! A te interessano le problematiche politiche mentre ad altri ogni tanto anche un po' di calcio e rimanere nella mediocrità!

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Cecilia Falchi

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