Mentre ieri al lavoro staccavo ritmicamente lo scotch con i denti ho avuto improvvisamente un satori… due mesi che non scrivo…un tempo per me enorme.
Non ci si dimentica mai di mangiare perché bisognerebbe dimenticarci di fare le altre cose che amiamo fare e che ci tengono vivi?
Oramai è cosa risaputa: non faccio sport, odio l’estetista e ho paura del parrucchiere, i miei hobby sono pochi. Lo shopping, il cinema e la lettura. Il primo oramai diventato totalmente monotematico under18, gli altri due sono in pausa di riflessione, causa piccola bambina che mi cambia canale con il ditino o che mi strappa pagine di libri. Nemmeno D la Repubblica riesco a leggere se non nascosta in qualche angolo di casa a lei sconosciuto.
Poi c’è la scrittura. Che per me non è un hobby, è la mia declinazione. Uno se non mangia per 10 gg muore, io se non scrivo le schiocchezze che mi passano per la mente finisco per spegnermi lentamente.
Certo ho la fortuna di avere uno pseudolavoro in cui posso esercitare quotidianamente le mie dita su un foglio bianco, ma la libertà di fare ciò che sto facendo ora non ha prezzo.
Siamo affannati così tanto da riuscire ad arrivare a fine settimana, a sopravvivere a giornate che non sembrano finire mai che il tempo per Sé non rimane più. Piccoli frammenti notturni in cui scegli se dormire, pulire la cucina o farti la doccia.
Stanotte ho deciso di scrivere. Avevo 22 articoli mozzi iniziati mai finiti, sospesi, in attesa che da bozze qualcuno li trasformi in pubblicati o almeno programmati per una data futura.
Due di loro dopo stanotte vedranno la luce e così io avrò ancora una proroga dallo spegnermi.