Giudichiamolo come vogliamo, ma il richiamo del cibo è molto più forte di quello della cultura (a meno che non ci sia un big a cantare). Chi ieri sera è passato in quel tratto che va dal Parterre a Carbonaia e prosegue per l’inizio di Via Nazionale, ha visto un affollamento che ricorda tempi lontani, con le macchine che facevano lo slalom fra le persone e la musica a tutto volume.
A cena in piazza, così come le proposte di Street Chef durante il pomeriggio, hanno affollato il centro e intasato a dismisura i parcheggi, Parterre compreso. Non faremo i piagnoni, e diciamo che eventi come questo ci vogliono, e hanno il loro peso per una città che fonda la sua attrattività turistica anche sull’aspetto gastronomico. Chissà che non siano uno stimolo a ripensare il discorso sulla viabilità e sul piano parcheggi, che proprio in queste situazioni rivela le sue carenze. Ma torniamo al nostro lavoro di cronisti culturali: sul piano artistico, non c’erano concerti od esibizioni, ma due presentazioni di libri.
La prima, alle 17.30, ha visto apparire nel chiostro di Sant’Agostino un personaggio singolare: Cristina Chiperi, diciassettenne autrice di una trilogia di romanzi vendutissima. Avete capito bene, Cristina 1) ha diciassette anni, 2) ha scritto non uno, ma tre romanzi e 3) i suoi libri hanno venduto parecchio. Mentre i sacerdoti dell’italico declino si stracciano le vesti nell’affermare che nessuno legge, ci sono giovani che non solo leggono, ma persino scrivono. Certo, prodotti di genere ispirati alla cultura pop – fan fiction per dirla giusta, con storie d’amore improbabili e realismo allo zero Kelvin. Ma il successo di My dilemma is you non va disprezzato. Perché non pensare che la ragazzina che legge questi libri non possa passare un giorno ai romanzi più impegnati, e godersi i grandi classici? La lettura è un valore di per sé, nel caso dei giovanissimi. Del resto, è noto che bimbi e adolescenti sono i più voraci lettori. Siamo noi adulti, quelli che piangono la morte del libro, a leggere poco.
Anche perché ci spaventano troppe cose, ad esempio la lunghezza di un libro. Se fossimo più coraggiosi, potremmo goderci La scuola cattolica di Edoardo Albinati, con le sue 1300 pagine ambientate nella Roma dei tardi anni Settanta. Albinati è professore in un istituto di pena, e ha impiegato otto anni per comporre questo magnum opus che ha di recente ricevuto il Premio Strega. Nel libro confluiscono le esperienze biografiche dell’autore, che frequentò il liceo classico San Leone Magno (la scuola che dà il titolo al libro) assieme ad alcuni protagonisti del massacro del Circeo. Albinati compie una riflessione sull’idea di violenza e sopraffazione, non risparmiando nulla al lettore, secondo il principio che il suo libro debba essere «non un romanzo integralista, ma un romanzo d’integrità». Ad ascoltarlo molte persone, anche se purtroppo non quante quelle che accolsero negli anni passati Nicola Lagioia o Francesco Piccolo (per i quali si sfruttò la chiesa di Sant’Agostino). Forse a causa di un libro esigente, sul piano dei contenuti e dell’estensione. Forse perché noi adulti abbiamo perso quel gusto della sfida che hanno i giovani lettori.
Il programma di oggi
- 17.30, Centro Sant’Agostino, La resistenza non è finita, con Stefano Valenti e Massimo Cirri. Il trauma della violenza che accompagna la fine della seconda guerra mondiale e la lotta partigiana nel romanzo Rosso nella notte bianca.
- 19.00, Centro Sant’Agostino, incontro con Ivan Cotroneo per riflettere sui meccanismi del bullismo e dell’omofobia.
- 19.00, Fortezza del Girifalco, Yoga ashtanga dinamico a pagamento (iscrizione in loco).
- 21.30, Piazza Signorelli, Orchestra della Toscana diretta da Eiji Oue con il violinista Nemanja Radulovic (a pagamento). Saranno eseguiti l’ouverture de La bella Melusina di Mendelssohn, il Concerto per violino op.35 di Čajkovskij e la Settima Sinfonia di Beethoven.
- 21.30 (replica alle 23.30), Centro Sant’Agostino, proiezione del film Un bacio di Ivan Cotroneo.