Sono sette anni che seguiamo il Mix Festival, dalla primissima edizione organizzata in fretta e furia dall’allora sindaco Vignini per riempire il vuoto lasciato dalla fuga a Firenze di Barrett Wissman. Ricordiamo ancora quando Michele Lupetti ci fermò davanti alle scalette della Sala del Consiglio per chiederci se volessimo tentare la scommessa degli articoli in coppia: i due fratelli che raccontano gli aspetti nascosti del Festival, senza rimasticare i comunicati stampa come è adusa fare la consorteria giornalistica locale. Il nostro rapporto non era esattamente idilliaco ai tempi, e riconosciamo che si è cementato anche grazie a questa impresa, che abbiamo portato avanti con tenacia nonostante le difficoltà. L’anno scorso, per dire, Alessandro si è laureato a metà del Festival, eppure abbiamo fatto i salti mortali per non saltare neanche un pezzo. Un anno, appena traslocati, non avevamo la connessione ad internet e ci collegavamo con mezzi di fortuna. Ci sono stati anni – come questo, grazie al cielo – in cui abbiamo portato avanti la pazza idea delle dirette radiofoniche per comunicare il Festival in modo alternativo, divertendoci un sacco ma faticando incredibilmente. La fatica è un po’ la chiave di questo hobby: provare a raccontare il locale senza scadere nel banale, riuscire a coinvolgere pubblico e privato, chiedere a questo e a quell’altro, ottenere poco e metterlo insieme con lo scotch. Il risultato potrà non essere bello, potrà non essere rifinito, ma è quello che siamo riusciti a fare, con la passione di chi non fa questo mestiere ma si improvvisa cronista una volta all’anno, raccontando ciò che vede e ciò che sente il più sinceramente possibile.

Ieri non siamo riusciti a seguire la presentazione di Lercio, l’intervista ad Annalena Benini e il tutto esaurito di Marco Damilano in Sant’Agostino (sì, la chiesa, non solo il chiostro, come non succedeva da tempo). Sulle pagine Facebook del Comune di Cortona e del Mix Festival potete trovare degli estratti, mentre su Radio Incontri inBlu potrete ascoltare presto le registrazioni integrali.

Abbiamo passato il pomeriggio in Piazza della Repubblica, a portare avanti una diretta radiofonica ispirata e fluviale, iniziata poco dopo le 5 e finita alle 8 inoltrate, che ci ha permesso di intervistare Nino Frassica e gli autori di Lercio Andrea Michielotto e Augusto Rasori. Personaggi che hanno fatto dell’ironia un mestiere, e che trovano sempre più difficile rappresentare il grottesco in un’Italia che ha ormai raggiunto l’apice del ridicolo, nella scena pubblica come in quella privata.

Dopo cena, stanchi e felici, siamo andati allo spettacolo di Frassica con i Los Plaggers: un paio d’ore di medley di Capodanno discretamente coinvolgenti con una spruzzata di gags del maestro siciliano (tra cui l’immancabile intervista). Circa 400 spettatori, non tantissimi nonostante il prezzo esiguo del biglietto.

Perso nella lunghezza dei medley e nell’ammirazione per la tecnica del sassofonista, Alessandro ha concluso che il sax tenore è meglio del contralto, e che C’era un ragazzo è la migliore canzone italiana di sempre. Ma in quell’infinito dilatarsi dei brani abbiamo pensato anche che siamo grati di quello che ci è capitato in questi sette anni, delle persone che abbiamo incontrato, degli scogli che abbiamo fiancheggiato. Irons Brothers go Mix ci ha accompagnato e un po’ ci ha fatto crescere. Di tutto il resto, di Marchionne, di Gino Paoli, del governo del cambiamento, degli sbarchi, delle comunali 2019, delle politiche culturali, dell’articolo di domani… ci siamo dimenticati. Per una volta sentivamo di aver fatto qualcosa di bello.

Ta-ta-ta-ta-ta…

P.S. Anche oggi pomeriggio potrete ascoltare Radio Incontri goes to Mix in diretta da Piazza della Repubblica tra le 17 e le 19. Vi aspettiamo in Piazza, in radio sulle frequenze 88.4 e 92.8 FM, in streaming o sull’app TuneIn!

Irons Brothers

L'uno cordiale e sognatore, l'altro cinico e bicchiermezzovuotista (o forse solo sognatore in via di dismissione), Daniele e Alessandro Ferri si affacciano al mondo quando sulla scena pubblica ci sono Silvio Berlusconi, Michele Santoro e Beppe Grillo. Raggiunto il traguardo del quarto di secolo, se li trovano ancora tra i piedi, e anestetizzano il dolore che ne consegue dedicandosi in tutto e per tutto alla buona musica.

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