Le lucide riflessioni di un maestro della provocazione e i valzer della tradizione musicale viennese: un vero mix, nel giorno di apertura della quinta edizione del festival cortonese. Tra Oliviero Toscani e Sul bel Danubio blu passa un mare di differenze, ma tenteremo di raccontarveli in questa prima corrispondenza dal Mix 2016.
Alle 19, si è svolto nel cortile di Sant’Agostino La creatività e dall’altra parte del vento, in cui l’esperto di arte contemporanea Marco Rubiola ha intervistato Oliviero Toscani. Il noto fotografo ha interagito a più riprese col pubblico, lanciando provocazioni e invettive. Al centro della conversazione, l’idea di creatività. Benché non si possa misurare in termini oggettivi, essa può essere descritta come la capacità di risolvere i problemi nonostante gli ostacoli. La creatività non può essere soggetta all’economia o al mercato, ma solo al cuore, all’istinto e all’immaginazione. Solitamente viene temuta dal potere costituito, per il quale chi segue un vento contrario è una spina nel fianco.
Toscani ha proseguito allargando le sue riflessioni alla situazione del nostro paese, affermando che solo rivalorizzando il ruolo sociale degli insegnanti si potrà restituire valore alla cultura. Questo declino dell’insegnamento, unito al familismo congenito alla società italiana, ha scatenato il vero e proprio arretramento culturale e sociale che ci appare davanti agli occhi. Nelle famiglie, l’eccessivo permissivismo ha nuociuto notevolmente al liberarsi delle creatività personali.
Nella società di oggi, in cui tutto è comunicazione e chiunque dice la propria su tutto, lo spazio all’immaginazione – strumento critico della realtà – si è ridotto al minimo. L’unica speranza sono i giovani, come Toscani stesso ha avuto modo di sperimentare durante il mandato di Assessore alla creatività del comune di Salemi, nella giunta di Vittorio Sgarbi.
Mentre l’ora con Toscani è stata molto apprezzata dal pubblico, il concerto d’apertura – a pagamento – non ha raccolto gli stessi consensi. Sono un ricordo, ahinoi, le nottate degli anni scorsi, quando anche solo la prova generale dell’opera lirica con i bambini (Aida, Carmen, Cenerentola) riempiva la piazza o il teatro. I Saluti da Vienna diretti dal simpaticissimo Peter Guth hanno riempito circa la metà della piazza. A questo punto si pongono due riflessioni: una generale e una particolare.
Sul piano generale, pensiamo che vada riconsiderata l’idea di musica classica in piazza. Appare con evidenza che se non fai qualcosa di molto popolare – Nona Sinfonia, per dirne una, o Traviata – non attiri grandi pubblici. Ora, non è che il programma di ieri sera, a base di valzer e orologi a cucù, battiti di mani e muggiti (sì, alla fine di un pezzo c’era la vecchia fattoria al completo) fosse impopolare. Ma non scaldava. Forse era ritenuto fuori stagione, visto che di solito le composizioni di Strauss si ascoltano a Capodanno. Due, le possibili soluzioni: rendere l’evento gratuito, confidando nell’interesse dei turisti e dei cortonesi, o cambiare programma e fare scelte mainstream.
Non abbiamo sotto mano il bilancio del Festival, quindi non sappiamo se l’opera con i bambini sia stata cassata per questioni di budget (ci può stare). In effetti, quella attirava gente, nonostante si possa disquisire sul suo valore artistico. La piazza si riempiva. Certo, con genitori, amici, parenti più che con i melomani. Però il pienone faceva scena ed era di buon auspicio.
Detto questo, l’evento aveva anche il suo interesse. Notevole il soprano Elisabeth Jahrmann, entrata in scena con un dirndl bavarese passando direttamente dal pubblico. Guth, che si girava di continuo verso il pubblico, ha condotto molti brani suonando il violino, secondo la tradizione del valzer viennese. L’Orchestra Regionale ha partecipato con la consueta professionalità. Li rivedremo mercoledì con un programma più tradizionale.
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Valutazione alternativa da considerare: facendo prezzi più popolari, qualche persona in più, forse, sarebbe venuta, no? Specialmente chi viene da fuori, sarebbe stimolato a venire e ad a consumare in loco non solo la cultura ma anche il resto....