Come da tradizione, commentiamo il Mix appena finito con il nostro Zibaldone. Un’occasione per fare un ripasso dei momenti più indimenticabili (o dimenticabili) del Festival, per chi l’ha visto e per chi non c’era, o inseguiva una sua chimera. ¡Vamos!
A come Abbate, Lirio (Castelbuono, 1971), il giornalista dell’Espresso che ha intervistato Raffaele Cantone nell’evento di sabato 2 agosto, più volte minacciato dalla criminalità organizzata per i suoi coraggiosi reportage. Esempio di coerenza e dedizione.
B come Bologna. Il due agosto di 34 anni fa, 85 persone furono uccise in una barbarie di cui ancora non si conoscono con precisione i colpevoli. Ne abbiamo parlato in radio, ne ha parlato Abbate. L’Italia dei prossimi vent’anni non deve solo sconfiggere la corruzione, ma anche dare una risposta ai tanti silenzi che hanno attorniato la sua storia.
C come Chicken Girls (Cesena, 1995). Prima della serata con i loro conterranei Nobraino, le ricordavamo come le più dissacranti disturbatrici del festival. Con il loro Goliardo (un pollo di gomma) hanno dato un bel grattacapo ai Modena City Ramblers. Avrebbero detto all’organizzazione: “senza di noi i Modena non se li filava nessuno”. Senza peli sulla lingua.
C anche come Cantone, Raffaele (Napoli, 1963). Cortonese onorario, di fronte ad una delle più grandi sfide per l’Italia di oggi: ridimensionare il fenomeno della corruzione. In bocca al lupo, davvero.
D come Dembélé, Habib, protagonista, assieme a Ximo Solano (vedi) e Vincent Berger, di L’oeil du loup (ricordiamo, Iron-evento del Mix 2014). Bravissimo. Anzi, bravissimi, tutti e tre.
E come Eleviole?, il gruppo guidato da Eleonora Tosca che ha aperto la serata conclusiva. Molto interessanti le loro filastrocche intimiste. Peccato per l’impianto audio, che con qualche difetto non ce li ha fatti apprezzare. Da riscoprire.
F come Floris, Giovanni (Roma, 1967) Mezzo cortonese, ci ha raccontato cos’erano gli anni Ottanta e come è diventato Mister 5 milioni di euro. Ha pure concesso un’intervista volante a Danny, per cui merita il nostro plauso incondizionato.
G come Gipi, al secolo Gian Alfonso Pacinotti (Pisa, 1963). Ha dimostrato che il fumetto è un’arte (noi lo sapevamo, ma la cultura italiana non se ne è ancora accorta), benché la vita dell’illustratore sia un estenuante percorso ad ostacoli.
G anche come Giambelli, Rolando, leader dei Beatlesiani Associati d’Italia. Anche se ci siamo espressi in termini piuttosto critici riguardo alla sua performance con Freda Kelly (vedi), ci siamo scritti in privato ed è diventato un vero Iron-amico. Ci impegniamo per riaverlo a Cortona a parlare dei fantastici quattro di Liverpool.
H come Henry, Tom, il professore inglese che ama l’arte di Luca Signorelli come e più di noi cortonesi. Tanto di cappello.
H anche come Hackett, Stephen Richard (Pimlico, 1964), protagonista di uno dei concerti più indimenticabili della storia di Cortona. Pietra miliare.
I come incredibile, questo luglio. Sembrava novembre, davvero. Eppure ce l’abbiamo fatta. L’antico vaso è stato portato in salvo. Che staff.
J come Jannacci, Paolo (Milano, 1972). Non solo “figlio di”, ma artista a tutto tondo, con una grande competenza musicale. Commovente la sua Vincenzina e la fabbrica durante l’evento con Michele Serra (vedi) svoltosi lunedì 28 luglio a Sant’Agostino.
K come Kelly, Freda (Liverpool, ?). Simpaticissima e molto gentile, la segretaria dei Beatles ci ha dimostrato che anche nel darwiniano mondo dello show business si può mantenere fede alla propria coerenza ed onestà. Grandiosa.
L come Larsson Björn (Jönköping, 1953), scrittore svedese che negli ultimi giorni abbiamo sentito chiamare Stieg Larsson (omonimo, ma deceduto da un po’) e persino Björn Borg. Equivoco.
M come Molkow, Wolfgang, il compositore e musicologo a lungo nostro concittadino e autore di un apprezzatissimo intervento a Radio Incontri goes to Mix. Un mito.
N come Nobraino. Durante la serata finale (domenica 3 agosto), il loro leader Lorenzo Kruger ha fatto rizzare i (pochi) capelli in testa all’assessore Ricci, con i suoi gesti eclatanti. Tra una rasatura e un tatuaggio, è riuscito persino ad esibirsi da una finestra affacciata su Piazza Signorelli. Controcorrente o folle?
O come Orchestra Regionale Toscana, presenza fissa al nostro Festival, in scena con Carmen (domenica 27), la Nona (mercoledì 6) e il concerto su Rachmaninov e Čajkovskij (sabato 2). Professionali come sempre.
O anche come orari, il punto debole del Festival. Lo avevamo già scritto, ma repetita iuvant: anticipare le conferenze del pomeriggio di un’ora lascerebbe ai visitatori e ai turisti la possibilità di mangiare nei nostri ristoranti e di assistere a tutti gli eventi. Proviamoci, via.
P come Piccolo, Francesco (Caserta, 1964). Profeta (con le sceneggiature del Caimano e di Habemus Papam di Nanni Moretti ha anticipato due momenti epocali degli ultimi anni) e scrittore apprezzato da pubblico e critica (premio Strega quest’anno), ci ha conquistato mercoledì sera con la sua spontaneità e semplicità.
P anche come Pennac, Daniel (Casablanca, 1964). Peccato per la sua assenza, avrebbe reso unico il suo spettacolo (vedi Dembélé, Habib).
Q come “quando venne Jovanotti…“, leit motiv di certi protestatari, smentiti dal successo di quest’edizione. Come a dire, il Mix è ormai grande e può camminare sulle sue gambe. Anche senza Lorenzo (nel senso artistico, perché ha assistito a molti eventi).
R come Radio Incontri. L’emittente che ci ha permesso di portare l’esperienza di Irons Brothers go Mix e di ValdichianaOggi in ogni casa. Speriamo di portare avanti questo insolito connubio!
S come Serra, Michele (Roma 1954). Epico il suo momento con Paolo Jannacci (vedi). A quanto pare il più venduto dalla Libreria Feltrinelli di Piazza. Ha giustamente redarguito Danny per le troppe domande durante l’intervista: “ma non erano tre domande? Me ne hai già fatte sette!”.
T come Terretrusche, i responsabili del ticketing. Ci hanno dato un grosso aiuto con la postazione mobile della Radio, per cui li ringraziamo qui. E poi i baffi da moschettiere del ragazzo della biglietteria erano epocali.
T anche come Teatro Signorelli, perché senza di lui non si combinava niente. Ha salvato il Festival, per cui un plauso all’Accademia degli Arditi (e pure alle gentilissime ragazze del Bar, che ci hanno prestato sedie e tavolo per il nostro programma Radio).
U come “un sacco di ospiti“, quelli che abbiamo avuto a Radio Incontri goes to Mix. Senza di voi, il programma non ci sarebbe stato. Dunque grazie, grazie, grazie.
V come Voltarelli, Peppe (Cosenza, 1969). Ha cantato e ci ha raccontato una Calabria che non è quella delle cartoline né quella della cronaca nera. Epocale la sua intervista a Danny, con tanto di “voi che ascoltate Radio Incontri… incontratevi ogni tanto!”.
W come Weinberg, Maxwell Sachel (Newark, 1951). Il potente batterista di Springsteen ha ripetuto lo show dell’anno passato, invitando anche l’amico (e nostro idolo assoluto) Roy Bittan. Gratitudine infinita da parte nostra, soprattutto per quando ha pronunciato quello sgangherato intervento in italiano. Scitadèno honorèrio forever!
X come Ximo Solano, attore franco-spagnolo che si è spacciato per italiano ne L’oeil du loup (vedi Dembélé, Habib). Esilarante.
Y come Yusuf Omar, Samia (Mogadiscio, 1991 – Mar Mediterraneo, 2012), protagonista del bellissimo libro presentatoci da Giuseppe Catozzella lunedì 28 (Non dirmi che hai paura). Una storia tragica e commovente. Le acque ti siano lievi.
Z come Zizu, la grandiosa-spettacolare-incredibile folk band che si è esibita prima dei Modena City Ramblers giovedì sera, sfortunatamente mentre noi Irons eravamo ancora a cena. Sicuramente immensi, peccato che… li abbiamo persi di vista. Perdonateci.
A questo punto, non ci resta che salutarvi. Vi ringraziamo di averci seguito anche quest’anno, sia in Radio sia su ValdichianaOggi. Ci auguriamo di ripetere entrambe le esperienze a breve, per cui… restate in linea! Yo!
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Grazie perchè avete dato anche a me la possibilità di essere li con voi e assaporare le sensazioni di questo bellissimo Mix. Come sempre, bravi Irons! Francesca