Ci avviciniamo a grandi passi verso la conclusione del Mix, e al settimo giorno ci siamo ‘riposati’ con due eventi di rilievo: la bellissima recitatio di Stefano Benni e la raffinata Storia del soldato di Igor Stravinskij. Si è conclusa dunque la parte popular del festival, con i concerti in piazza (se si esclude l’evento conclusivo di domenica), per far spazio a momenti più raccolti ma non meno intriganti.
La calda voce di Stefano Benni ha stregato il pubblico presente a Sant’Agostino con un recital diviso tra la lettura di un suo racconto e un omaggio al suo grande amico Antonio Tabucchi (recentemente scomparso, che domenica sarà celebrato nell’appuntamento pomeridiano).

Con il racconto iniziale, molto toccante, l’autore torna al passato, riepilogando la propria infanzia e i tempi delle colonie estive gestite dai preti. C’era un clima di ristrettezze, e il momento più bello della giornata era quello in cui si andava a giocare al mare. Anche quando le bravate di qualcuno spingevano i grandi ad impedire i giochi sulla spiaggia, la brezza marina soffiava imperterrita nelle stanze della colonia, ricordando l’ora più bella, quella del mare. Nonostante gli anni trascorsi, queste dolci sensazioni rimangono nella mente di chi non è più un ragazzo, ma una persona adulta con le sue gioie alterne e i dolori. Che bello che tutto questo possa essere stato immortalato dalla penna magica di un grande scrittore D.
L’omaggio ad Antonio Tabucchi si è aperto con la lettura di un racconto su due generali, uno sovietico e uno ungherese, durante la funesta invasione del 1956. Le loro vite si intrecciano, ricongiungendosi a New York anni dopo, quando potranno liberarsi dei rispettivi fardelli emozionali. In conclusione, Benni ha celebrato il Tabucchi traduttore e grande amante della letteratura lusitana, con due poesie del celebrato poeta Eugénio De Andrade (l’illustre cugino cantato da De André nella Domenica delle salme).
Ancora una volta un evento memorabile. Rimaniamo dell’idea che le conversazioni con gli scrittori debbano costituire l’ossatura di questo festival.

La storia che sta dietro l’Histoire du Soldat, messa in scena al Teatro dall’ORT con la collaborazione dell’attore e regista Riccardo Massai, è romanzesca, e merita di essere raccontata. Stravinskij compose quest’opera da camera in Isvizzera nel 1918, proprio mentre nella sua Russia imperversava la Rivoluzione. Piuttosto che tornare in patria, il compositore decise di mettere in scena questa mini-opera per pochi (e facilmente trasportabili) strumenti e giusto due attori e due danzatori, iniziando un giro dei villaggi svizzeri per poter sbarcare il lunario. Crisi, pochi mezzi a disposizione… vai a vedere che l’Histoire du Soldat è la perfetta metafora dell’Italia di oggi! Al Signorelli abbiamo dunque solo una piccola ensemble dell’Orchestra Regionale Toscana, con un solo attore, Massai, che si occupa della narrazione. Pubblico nutrito ma non straripante – che dire, l’opera era raffinata e non conosciuta dal pubblico mainstream, stasera per Beethoven ci saranno sicuramente più spettatori – ed esibizione che gli esperti giudicano ottima. E bravi i nostri orchestrali!

Per quanto riguarda l’ottavo giorno, bollono in pentola la simpatica Bandatomica, che sfila per Rugapiana e non solo alle 17.00, il Mix Reading (a Palazzo Casali dalle 18.00, perché il Mix Cocktail sarà a Sant’Agostino, per una volta) con l’attrice Maddalena Crippa e l’editor Flavia Gentili, che parleranno di audiolibri e dell’Opera al nero di Marguerite Yourcenar, l’imperdibile incontro con Jonathan Coe e Piersandro Pallavicini (Sant’Agostino ore 19.30) e il concerto conclusivo dell’Orchestra Regionale (oggi al completo), al Teatro dalle 21.30 con la V di Beethoven e il Concerto XXXV di Ciaikovskij.

Irons Brothers

L'uno cordiale e sognatore, l'altro cinico e bicchiermezzovuotista (o forse solo sognatore in via di dismissione), Daniele e Alessandro Ferri si affacciano al mondo quando sulla scena pubblica ci sono Silvio Berlusconi, Michele Santoro e Beppe Grillo. Raggiunto il traguardo del quarto di secolo, se li trovano ancora tra i piedi, e anestetizzano il dolore che ne consegue dedicandosi in tutto e per tutto alla buona musica.

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